Israele approva il piano di insediamento della “Silicon Valley” a Gerusalemme Est

WAFA, PIC, Quds Press, Palestine Chronicle, Social Media. Il 2 novembre, le autorità d’occupazione israeliana hanno approvato un piano di distruzione di decine di imprese palestinesi nel quartiere di Wadi al-Joz, nella Gerusalemme Est occupata, come parte di un piano di costruzione di un nuovo insediamento chiamato “Silicon Valley”.

La decisione ha fatto crescere le preoccupazioni e la rabbia delle imprese palestinesi del quartiere, la maggior parte delle quali presenti sul territorio ancor prima dell’occupazione israeliana del 1967.

Il comune israeliano della Gerusalemme Ovest ha sviluppato il progetto per un parco tecnologico, la Silicon Valley o Wadi Silicon, che comporterebbe la confisca di 2000 dunum di terra di proprietà palestinese e la demolizione di più di 200 tra negozi, ristoranti e altre strutture palestinesi, come le autofficine e le officine di ricambio, per fare spazio alla costruzione di 900 camere d’albergo.

Il progetto di 2,1 miliardi di shekels (600 milioni di dollari), reso pubblico per la prima volta il 3 giugno, assegna 250.000 metri quadrati ad “immobili per aziende high-tech” e 100.000 metri quadrati suddivisi tra “centri commerciali” e “hotel”. Tutto ciò rientra nel progetto del “Centro di Gerusalemme Est”, approvato ad aprile dal comitato di pianificazione e zonizzazione dell’occupazione israeliana.

Il nuovo progetto include anche la costruzione di nuove strade, di una metropolitana di superficie e un parco per i coloni vicino al Kedron Valley, a sud della città.

L’autorità israeliana ha presentato gli avvisi di sfratto a decine di strutture e negozi palestinesi, consentendo loro fino al 30 dicembre per andarsene prima dell’inizio delle demolizioni.

Traduzione per InfoPal di Sara Origgio