Israele approva la “legge sulla deportazione” delle famiglie di palestinesi responsabili per operazioni di resistenza

Tel Aviv. Il 6 novembre la Knesset israeliana ha votato 61-41 per dare l’approvazione finale a una legge che consente alle autorità di deportare nella Striscia di Gaza e in “altre località” i familiari dei palestinesi che compiono operazioni armate contro gli israeliani.

La controversa legge, proposta dal parlamentare del Likud Hanoch Milwidsky, stabilisce che i parenti che vivono nella Gerusalemme Est occupata e nei Territori occupati del 1948 possono essere deportati dal ministro degli Interni a Gaza “o in un’altra destinazione determinata dalle circostanze” se “sapevano in anticipo del piano del terrorista e non hanno preso le misure necessarie per impedirlo”.

I genitori, i fratelli, i figli e i coniugi dei cosiddetti “terroristi” sarebbero presi di mira dalla legge. Possono essere espulsi anche per aver espresso “sostegno o simpatia” per l’atto di “terrorismo” commesso o per aver pubblicato “lodi, ammirazione o incoraggiamento”.

“I cittadini israeliani che soddisfano i criteri saranno deportati per almeno sette anni e fino a 15 anni. I deportati non cittadini dovranno affrontare un minimo di 10 anni e un massimo di 20 anni. Inoltre, la polizia avrà l’autorità di applicare le deportazioni, “compreso il potere di entrare in qualsiasi locale, rimuovere gli individui e usare una forza ragionevole”, riporta il quotidiano israeliano Haaretz.

La legge approvata include una disposizione che consente ai bambini condannati per reati capitali considerati “terrorismo” di essere condannati al carcere a partire dall’età di 12 anni.

Le operazioni della resistenza palestinese nelle città israeliane sono aumentate in modo significativo, dall’inizio del genocidio a Gaza, lo scorso anno. All’inizio di ottobre, sette israeliani sono stati uccisi e altri 16 feriti durante un’operazione nel cuore di Tel Aviv.

La legge sulla deportazione arriva sulla scia di un progetto approvato dalla Knesset che dà al ministero dell’Istruzione il permesso di impedire il trasferimento di fondi alle scuole sulla base del fatto che potrebbe essere in corso un “atto terroristico”.

Tale legge prende di mira in particolare le scuole palestinesi della Gerusalemme Est occupata, sostenendo che “incitano i minorenni contro lo Stato di Israele”.

Il mese scorso, la Knesset ha approvato due leggi che vietano all’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (UNRWA) di operare in Israele, a Gaza, nella Cisgiordania occupata e nella Gerusalemme Est occupata.

Legge sul “terrorismo”.

Una nuova legge alla Knesset apre la strada agli insegnanti palestinesi per diventare bersagli di persecuzione, poiché prende di mira le scuole palestinesi nella Gerusalemme Est occupata e le scuole all’interno di Israele gestite da palestinesi.

Indica che qualsiasi espressione di identità palestinese sarà classificata come terrorismo, esponendo gli insegnanti al licenziamento senza preavviso.

L’Associazione per i diritti civili in Israele ha avvertito che questa legge apre la porta alla persecuzione degli insegnanti palestinesi e aumenta la pressione sull’istruzione palestinese.

(Fonti: The Cradle e Quds News network-Telegram).