Israele approva una legge “discriminatoria” per legalizzare gli avamposti in Cisgiordania

379033CBetlemme˗Ma’an. Domenica sera il comitato ministeriale di Israele per la legislazione ha approvato all’unanimità una legge che legalizzerà retroattivamente gli avamposti nella Cisgiordania occupata, una decisione che, secondo il gruppo per i diritti umani israeliano Yesh Din, “manifesta l’intenzione del governo [di Israele] di annettere la Cisgiordania a Israele senza offrire diritti civili ai suoi residenti”.

La decisione è stata presa nonostante il desiderio del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu di ritardarla e nonostante l’avvertimento del procuratore generale israeliano che non sarà in grado di difendere la cosiddetta “Legge di formalizzazione” presso la Corte Suprema, in quanto viola la legge internazionale e non ci sono precedenti legali per l’esproprio di terre possedute privatamente dai palestinesi.

Circa 196 insediamenti israeliani nella Cisgiordania occupata e nella Gerusalemme Est occupata sono considerati illegali secondo la legge internazionale e altre 232 colonie sono considerate illegali dalla legge israeliana. Tuttavia, le autorità israeliane hanno spesso legalizzato individualmente le colonie dichiarandole insediamenti ufficiali.

Netanyahu aveva richiesto che il voto fosse rimandato finché la Corte Suprema israeliana non avesse deciso se rimandare o meno l’evacuazione dell’insediamento illegale di Amon.

Il procuratore di Stato aveva richiesto la posticipazione perché non sarebbe stato in grado di trovare una sistemazione alternativa per i residenti di Amona prima della data di evacuazione prevista del 25 dicembre 2016.

La legge approvata domenica, dopo una revisione, si applicherà solo agli insediamenti costruiti con il coinvolgimento dello stato, come nel caso di Amona.

Per la colonia di Amona è prevista la demolizione fin dal 2008, quando la Corte Suprema israeliana ha approvato una petizione di otto palestinesi provenienti dai villaggi limitrofi, supportati da Yesh Din, per la rimozione dell’insediamento, in quanto costruito su terreni posseduti privatamente dai palestinesi.

Dopo anni di appelli, nel 2014 un’indagine della polizia israeliana ha rivelato che la colonia era stata costruita su terreni palestinesi e che i documenti di acquisto presentati dai residenti israeliani erano in realtà contraffatti.

Nel frattempo, il sindaco di Gerusalemme Nir Barkat ha avvertito che lo smantellamento dell’insediamento illegale di Amona provocherà una demolizione di massa di case palestinesi costruite senza permessi a Gerusalemme Est.

Gruppi per i diritti umani e leader internazionali hanno condannato fortemente la costruzione degli insediamenti israeliani.

Alcuni membri del parlamento israeliano hanno annunciato pubblicamente il loro supporto ai piani di annessione completa dell’Area C, l’area della Cisgiordania sotto il pieno controllo israeliano.

Mentre membri della comunità internazionale vedono la soluzione del conflitto israelo-palestinese nella sospensione della costruzione di insediamenti illegali e nella creazione dei due stati, i leader israeliani si sono spostati ancora più a destra.

Numerosi attivisti palestinesi hanno criticato la soluzione dei due stati, proponendo invece uno stato binazionale con uguali diritti per israeliani e palestinesi.