Israele arresta 25 attivisti palestinesi per dei post su Facebook

Gerusalemme-Ma’an. Un gruppo in difesa dei diritti dei prigionieri ha denunciato l’arresto di 25 attivisti palestinesi di social media, avvenuto giovedì scorso a Gerusalemme Est, da parte della polizia israeliana.

Nasser Qous, capo della sezione di Gerusalemme della Palestinian Prisoners Society, ha raccontato all’agenzia di stampa ufficiale Wafa che le forze israeliane hanno fatto irruzione in casa di 25 attivisti palestinesi, arrestandoli con l’accusa di incitamento a causa dei loro post su Facebook.

La polizia israeliana ha, inoltre, sequestrato i loro computer.

15 attivisti, ha affermato Qous, sono stati in seguito rilasciati, 10 saranno portati davanti a un tribunale israeliano.

A ottobre, un residente di Haifa, Razi al- Nabulsi, 23 anni, è stato arrestato e messo agli arresti domiciliari per una settimana a causa di alcuni post su Facebook, che le autorità israeliane hanno affermato costituissero “incitamento”.

L’avvocato Aram Mahameed ha spiegato che le accuse derivavano da una serie di commenti sulla pagina Facebook di al-Nabulsi, relativi a questioni come la normalizzazione (con lo Stato di Israele) o il piano Prawer, proposto dal governo israeliano per il trasferimento di 40 mila Beduini dal Negev meridionale.

Nel suo rapporto 2013, Reporter Senza Frontiere ha inserito Israele al 112° posto nella classifica mondiale per la libertà di stampa, affermando che mentre i giornalisti israeliani godono di libertà di espressione, ci sono importanti barriere strutturali relative al controllo militare e problemi di sicurezza che impediscono la libertà di stampa più in generale.

Traduzione di Teresa Puja