Israele bandisce il Movimento Islamico sezione settentrionale

347294CBetlemme-Ma’an. Lunedì 16 novembre, il gabinetto per la sicurezza di Israele ha bandito la sezione settentrionale del Movimento Islamico dallo stato israeliano; durante la riunione, il primo ministro Benjamin Netanyahu ha dichiarato che si tratta di un tentativo per porre fine all’“incitamento pericoloso”.

Una dichiarazione riportata dall’ufficio di Netanyahu afferma che la messa al bando permetterà ad Israele di imprigionare chiunque agisca a nome del movimento ed anche di sequestrare qualsiasi proprietà appartenente all’organizzazione.

Dopo poche ore, le forze israeliane hanno arrestato almeno un membro anziano del movimento e hanno preso d’assalto gli uffici degli organi di informazione affiliati ad esso nella città settentrionale israeliana di Umm Fahm.

La sezione settentrionale del Movimento Islamico, presieduta da Sheikh Raed Salah, è stata una voce critica dell’attività compiuta da Israele nella zona della Moschea di Al-Aqsa, a Gerusalemme – il terzo sito più sacro per l’Islam.

Nel mese di settembre, le forze israeliane hanno fatto irruzione più volte nella zona, favorendo però tutti i giorni le visite da parte degli ebrei di destra, in un periodo di festività ebraiche.

I Palestinesi, all’inizio di ottobre, temevano che gli israeliani cercassero di dividere il luogo sacro tra musulmani ed ebrei, aiutati dall’innescarsi di manifestazioni di massa lungo i territori della Palestina occupata e in Israele.

A seguito dell’annuncio di lunedì, un membro palestinese della Knesset israeliana, Talab Abu Arar, ha dichiarato che Israele ha “dichiarato guerra alla comunità araba di Israele, e che Israele ne dovrà sopportare le conseguenze”.

Ha anche detto che la decisione di Netanyahu di bandire la sezione settentrionale – che, ha aggiunto, agisce secondo la legge – è solo il tentativo di distrarre la gente dal “suo fallimento in tutti i campi”.

Abu Arar ha aggiunto che la “terza intifada” è il risultato della politica di Netanyahu in relazione alla moschea di Al-Aqsa e della mancanza di trasparenza del suo governo.

“Il Movimento Islamico non smetterà di difendere la moschea di Al-Aqsa e non resterà in silenzio di fronte a quello che accade in quel luogo”, ha detto.

Altri Palestinesi hanno condannato immediatamente la decisione di bandire la sezione settentrionale. La sezione meridionale del Movimento Islamico, meno rilevante, ha comunque chiesto che “il governo fascista israeliano” cancelli la sua decisione, mentre un portavoce di Hamas a Gaza l’ha descritta come una “decisione razzista” che colpisce i Palestinesi che vivono in Israele.

L’ufficio di Netanyahu ha dichiarato: “Per anni la sezione settentrionale del Movimento Islamico ha condotto una campagna menzognera di incitamento col nome di ‘Al-Asqa è in pericolo’ che ha accusato falsamente Israele di cercare di danneggiare la Moschea di Al-Aqsa violandone lo status-quo”.

Egli ha affermato che le attività del movimento – in particolare il suo appoggio ai volontari che cercano di “proteggere” Al-Aqsa, il Murabitun e il Murabitat – ha portato ad “un aumento significativo delle tensioni” nel luogo sacro.

“Una buona parte dei recenti attacchi terroristici sono stati commessi sullo sfondo di questo incitamento e propaganda”, afferma la dichiarazione.

Egli accusa il Movimento Islamico sezione settentrionale di essere una “organizzazione razzista-separatista” che ha mantenuto “un’ideologia estremista” tendente alla distruzione di Israele, e che ha anche avuto forti legami col movimento di Hamas.

Egli ha inoltre detto che questa azione “non è diretta contro gli arabi e i musulmani di Israele, la maggior parte dei quali sottosta alle leggi dello stato e disconosce l’incitamento e il terrorismo”.

Netanyahu ha aggiunto: “Il mio governo continuerà ad agire contro l’incitamento e il terrorismo, se ce ne sarà bisogno; allo stesso tempo, continueremo ad investire in risorse per il miglioramento delle condizioni di vta dei cittadini israeliani arabi ed ebrei, allo stesso modo”.

Poche ore dopo la dichiarazione, le forze israeliane hanno arrestato Yousef Awawda, il direttore per le relazioni esterne della sezione settentrionale, ed emesso un mandato di polizia nei confronti di Kamal al-Khatib, il vice-direttore della sezione.

Le forze israeliane hanno anche assaltato gli uffici di tre organi di informazione affiliati al Movimento Islamico sezione settentrionale – Q-Press, Sawt al-Haq newspaper e Filasteenyo 48 – tutti nella città israeliana di Umm Fahm.

Secondo testimonianze, le forze israeliane hanno sequestrato computer appartenenti alle organizzazioni.

In precedenza, Israele aveva bandito il Murabitun e il Murabitat dal visitare la zona della moschea di Al-Aqsa, ed il capo della sezione settentrionale, Sheikh Salah, era stato in carcere per otto mesi l’anno scorso per aver incitato, nel 2007, “tutti i musulmani e gli arabi” ad “iniziare l’Intifada” per Al-Aqsa.

(Nella foto: Una donna palestinese mostra proiettili ricoperti di gomma utilizzati, secondo le testimonianze, dalla polizia israeliana presso la Cupola della Roccia nella Moschea di Al-Aqsa, Città Vecchia di Gerusalemme – 13 settembre 2015. AFP/Ahmad Gharabli/File).

Traduzione di Aisha Tiziana Bravi