L’iniziativa è durata per due giorni e solo 100 campioni sono stati raccolti, in una delle basi dell’esercito ai margini della Striscia di Gaza. I militari avevano annunciato la scorsa settimana che avrebbero effettuato 50 test per il Sars-CoV-2 al giorno su pazienti della Striscia di Gaza, presso il laboratorio dell’esercito a Tzrifin. Il laboratorio sta anche esaminando i test raccolti sui soldati sospettati di avere contratto il virus. Al 15 aprile, il numero totale di casi confermati a Gaza era pari a 13.
Il capo del comando meridionale dell’esercito israeliano, il generale di divisione Eyal Zamir, è stato nominato a capo di un piano per eseguire i test per il Sars-CoV-2 ed offrire aiuti umanitari alla Striscia di Gaza e all’Autorità Palestinese nella Cisgiordania occupata. Secondo il piano, i soldati israeliani avrebbero raccolti i test ed il Coordinatore delle attività governative nei territori (COGAT) avrebbe portato i campioni attraverso il valico di Erez/Beit Hanoun fino a Tzrifin. Tuttavia, il coordinamento tra questi due corpi si è interrotto da qualche parte nel processo ed il progetto è stato interrotto.
Gli esperti hanno avvertito che un focolaio di Coronavirus nel piccolo territorio contenente circa 2 milioni di persone, molte delle quali vivono in campi profughi affollati, rappresenterebbe una grande sfida per il settore sanitario di Gaza.
Traduzione per InfoPal di F.H.L.