Al-Araqib è stato demolito per la 149ª volta lunedì, totalizzando tre demolizioni nel giro di due settimane. Questa volta, la polizia israeliana ha fatto irruzione nel villaggio, ha smantellato le tende dei residenti e le ha gettate nei loro veicoli, senza usare bulldozer.
Le forze israeliane hanno lasciato il villaggio soltanto dopo aver distrutto o confiscato tutte le tende degli abitanti.
Le forze israeliane sono poi tornate martedì mattina per arrestare uno dei residenti di al-Araqib, Salim Mohammed al-Turi Abu Medegham.
Situato nel deserto del Negev (Naqab), il paesino è uno dei 51 villaggi arabi “non riconosciuti” nella zona ed è costantemente oggetto di demolizione, per mettere in atto i piani per ebraicizzare il Negev, costruendo case per nuove comunità ebraiche. I bulldozer israeliani, pagati forzatamente dai beduini, hanno demolito tutto, dagli alberi ai serbatoi d’acqua, ma i palestinesi cercano sempre di ricostruire le loro case.
I beduini nel Negev devono rispettare le stesse leggi dei cittadini israeliani. Pagano le tasse ma non godono degli stessi diritti e servizi degli ebrei in Israele e lo Stato ha ripetutamente rifiutato di collegare i villaggi alla rete di strade nazionale, alle risorse idriche e ad altri servizi vitali.
Traduzione per InfoPal di F.H.L.