Israele condanna un palestinese a 9 mesi di carcere per post su Facebook

331012CGerusalemme-Ma’an. L’ex segretario generale di al-Fatah a Gerusalemme è stato condannato a nove mesi di carcere in Israele per le sue attività sui social media.

Il Tribunale israeliano ha notificato la sentenza a Omar al-Shalabi dopo averlo arrestato per “istigazione alla violenza antisemita e al terrorismo” in alcuni post e commenti su Facebook.

Al-Shalabi è uno degli otto palestinesi arrestati lo scorso dicembre a Gerusalemme Est, tutti per lo stesso motivo.

Nell’atto di accusa si legge che l’intelligence israeliana teneva sotto controllo le attività dell’uomo su Facebook da giugno scorso, dopo il rapimento e l’uccisione di tre coloni israeliani in Cisgiordania.

L’intelligence ha poi dichiarato che i commenti avrebbero alimentato le tensioni a Gerusalemme, incitando a compiere atti terroristici.

In particolare si fa riferimento ad alcuni post sull’omicidio di Muhammad Abu Khdeir, di 16 anni, rapito e ucciso da un gruppo di estremisti ebrei a luglio, e a una serie di attacchi palestinesi ai danni dei civili e militari israeliani che si sono verificati soprattutto a Gerusalemme Est.

Nell’accusa sono inclusi altri dettagli riguardanti i suddetti post, come il numero di “mi piace”, di “condivisioni” e “commenti” da parte degli amici.

Il mese scorso, due degli arrestati insieme ad al-Shalabi – Adnan Ghaith, l’attuale segretario generale di Fatah a Gerusalemme, e Islam al-Natsheh – sono stati rilasciati senza processo dopo cinque mesi di reclusione in un carcere israeliano.

Ad aprile, la polizia israeliana ha arrestato per una settimana un diciassettenne per un post pubblicato su Facebook.

Hadi al-Ajlouni, rilasciato dopo aver pagato una multa di 1000 shekel (254 dollari) ha dichiarato a Ma’an di essere stato arrestato mentre usciva di casa nel quartiere della Città Vecchia, perché sospettato di pianificare un attacco ai danni degli israeliani.

Durante l’interrogatorio è emerso che la polizia lo aveva inserito tra i sospettati per aver scritto “perdonatemi” su Facebook.

L’adolescente ha poi spiegato a Ma’an di averlo scritto dopo un litigio con suo fratello.

Gli israeliani incitano continuamente e apertamente alla violenza sui social media, soprattutto durante periodi di alta tensione come in occasione dell’offensiva militare su Gaza di questa estate, ma nessuno è stato mai processato.

Nei mesi scorsi, l’Autorità Palestinese ha arrestato dei palestinesi per i loro post su Facebook.

Nel novembre 2014 Ayman Mahariq, studente di giornalismo all’università di Al-Quds, è stato arrestato e picchiato per aver pubblicato post criticando le forze di sicurezza e a gennaio Bara al-Qadi, studente di comunicazione a Birzeit, è stato arrestato per aver pubblicato dei post in cui criticava l’Autorità Palestinese.

Traduzione di Giovanna Niro