
Beirut. Oggi, mercoledì 16 aprile, un attacco di un drone israeliano contro un’auto nel Libano meridionale ha ucciso una persona e ne ha ferita un’altra.
“Una persona è stata uccisa e un’altra è rimasta ferita a seguito di un attacco di un drone nemico contro un veicolo Rapid a Wadi al-Hujeir”, ha riferito un corrispondente dell’Agenzia di Stampa Nazionale libanese (NNA).
Nella notte, Israele ha bombardato un centro di protezione civile appartenente all’Associazione Scout del Messaggio Islamico nella città di Tayr Harfa, oltre a due case prefabbricate.
Poche ore prima, tre attacchi aerei israeliani avevano colpito la periferia della città di Ramya.
L’esercito israeliano ha dichiarato mercoledì mattina di aver “attaccato le infrastrutture terroristiche dell’organizzazione Hezbollah nel Libano meridionale”.
Un drone israeliano ha bombardato un’auto nella città meridionale di Aitarun, nel pomeriggio del 15 aprile, uccidendo una persona e ferendone tre, tra cui un bambino.
L’esercito israeliano ha dichiarato di aver “eliminato un comandante di squadra dell’unità operativa speciale di Hezbollah”.
Israele ha ucciso 71 libanesi dopo il cessate il fuoco.
L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani ha annunciato martedì che i bombardamenti aerei israeliani hanno ucciso almeno 71 civili in Libano dall’entrata in vigore del cessate il fuoco del 27 novembre, in quello che ha descritto come un continuo attacco israeliano al territorio libanese.
Tra le vittime ci sono 14 donne e 9 bambini, secondo l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, che ha aggiunto che la paura continua ad attanagliare la popolazione e che oltre 92.000 persone rimangono sfollate dalle loro case.
Il portavoce delle Nazioni Unite per i diritti umani, Thameen al-Kheetan, ha dichiarato ai giornalisti a Ginevra che la periferia meridionale di Beirut è stata bombardata in due distinti episodi dopo l’entrata in vigore del cessate il fuoco. Ha osservato che entrambi gli attacchi hanno preso di mira aree vicine alle scuole.

Tel Aviv ha continuato a sferrare attacchi mortali sul territorio libanese dall’entrata in vigore dell’accordo di tregua, violandolo migliaia di volte.
Le forze di occupazione israeliane rimangono, inoltre, posizionate in cinque località lungo il confine all’interno del Libano meridionale, dove si sono stabilite in seguito all’accordo di cessate il fuoco del novembre 2024. Questo si aggiunge al territorio libanese che Israele occupa illegalmente da decenni.
Il Segretario generale di Hezbollah, Naim Qassem, ha affermato che, sebbene la resistenza stia dando allo Stato la possibilità di porre fine alle violazioni israeliane attraverso la diplomazia, non può rimanere in silenzio per sempre e sarà costretta ad agire se gli sforzi diplomatici falliranno.
Nel frattempo, la pressione degli Stati Uniti sul governo libanese affinché disarmi Hezbollah è aumentata.
Il presidente libanese Joseph Aoun, in visita in Qatar il 15 aprile, ha dichiarato di stare lavorando per garantire che tutte le armi in Libano passino “sotto il controllo dello Stato”.
Hezbollah ha affermato che le sue armi sono una questione interna che è disposto a discutere con lo Stato libanese nel contesto della garanzia che esse siano integrate in una strategia difensiva nazionale volta a proteggere il Libano da Israele.
(Fonti: Al Mayadeen, The Cradle, Quds News).