Israele demolisce 4 case palestinesi ad Acri

Acri – MEMO. Le autorità d’occupazione israeliane hanno demolito diverse case palestinesi, martedì mattina, nella città di Acri, una località che ha acquisito una vasta popolazione israeliana attraverso l’espulsione forzata dei nativi palestinesi nel 1948.

Secondo Arab48, le case, costruite prima della formazione dello stato di Israele, ospitavano 20 residenti palestinesi, tra cui la famiglia di Nazmi Abu Eish, Nabil Abu Eish e Ahmed Abu Eish.

Israele afferma che le case sono state costruite senza permessi urbanistici.

Negli ultimi anni, l’occupazione israeliana ha demolito centinaia di case perché prive di permessi israeliani di costruzione e ristrutturazione, che sono quasi impossibili da ottenere per i palestinesi.

I palestinesi e le organizzazioni per i diritti umani affermano che tale politica fa parte di una più ampia strategia israeliana per espellere gradualmente i palestinesi dalle loro case storiche.

I soldati israeliani hanno chiuso l’ingresso nord della città di Acri, dopo che bulldozer e macchinari militari sono entrati nell’area e hanno impedito ai giornalisti di avvicinarsi e fotografare il luogo della demolizione.

Dopo l’arresto di tre membri della famiglia, Noura Abu Eish ha dichiarato: “La polizia ha chiuso la città di Acri da tutti i suoi ingressi per demolire le nostre case, come se fossimo criminali. La polizia non combatte la droga ed il crimine, ma fa irruzione nelle nostre case e ci impedisce di portare via qualsiasi oggetto. Ma prenderò una foto del mio defunto padre”.

“Costruirò una tenda sulle macerie delle case, non lascerò la mia terra, e invito la gente di Acri a unirsi”, ha aggiunto. “Oggi la polizia ha demolito le case di Abu Ayish e domani andrà nel quartiere di Barbour e nel resto dei quartieri arabi”.

Il capo del distretto di Acri, Hani Asadi, ha accusato la polizia israeliana di aver commesso crimini dopo aver demolito le quattro case. Ha dichiarato ad Arab48: “Ciò che è successo qui è una decisione unilaterale della polizia. Ci vuole un periodo di 45 giorni per prendere le misure necessarie e garantire alloggi alternativi, ma la polizia ha ignorato le decisioni della corte e ha portato i bulldozer, con il pretesto che dovevano eseguire ordini di demolizione”.

L’avvocato incaricato di difendere la famiglia ha affermato che, nonostante l’errore tecnico, il tribunale israeliano ha comunque consentito che la demolizione continuasse.

Traduzione per InfoPal di F.H.L.