Israele detiene 723 palestinesi in prigione senza processo

Tel Aviv – MEMO. Ci sono attualmente 723 palestinesi detenuti nelle carceri israeliane senza processo, inclusi 11 bambini, secondo quanto riferito da Haaretz lunedì.

Secondo il quotidiano israeliano, il numero dei prigionieri detenuti senza accusa né processo – la cosiddetta detenzione amministrativa – è aumentato in modo significativo rispetto ai 671 dell’inizio di agosto. La cifra attuale è la più alta dal 2008.

52 dei detenuti amministrativi sono stati trattenuti durante l’offensiva israeliana contro i palestinesi a Gaza, all’inizio di questo mese, e durante la repressione contro il movimento del Jihad islamico nella Cisgiordania occupata.

Tali palestinesi sono incarcerati in Israele senza accusa, in un sistema di “detenzione preventiva”, ha spiegato Haaretz. “Non vengono portati davanti a un tribunale e ai loro avvocati, non sono fornite le prove contro di essi, a parte un breve riassunto dei principali sospetti”.

Gli ordini di detenzione sono firmati dal capo del comando centrale delle forze di difesa israeliane, sulla base di un rapporto d’intelligence riservato. Vengono quindi presentati ad un giudice che è tenuto ad approvare la detenzione, senza che i prigionieri siano presenti.

Haaretz ha affermato che il Servizio penitenziario israeliano (IPS) ha fornito dati al Movimento per la libertà d’informazione che dimostrano che, a metà giugno, 184 palestinesi, tra cui un bambino, erano detenuti amministrativamente da oltre un anno.

“I prigionieri palestinesi vengono trattenuti per lunghi periodi senza essere accusati, processati o condannati, il che costituisce una completa violazione dei diritti umani”, ha sottolineato Haaretz. “I gruppi di difesa descrivono l’uso della detenzione da parte di Israele come una ‘tattica fallimentare’ e da tempo chiedono a Israele di porre fine al suo uso”.

L’IPS, ha aggiunto il giornale, “tiene i prigionieri palestinesi in condizioni deplorevoli, privi di standard igienici adeguati. Sono stati anche sottoposti a torture, molestie e repressioni sistematiche”.