Israele distrugge e ruba 2 milioni di dollari di aiuti dell’UE

E.I. Immagina di avere vicini che rubano costantemente i tuoi beni o danneggiano la tua proprietà.

Come risponderesti? Invitando quei vicini ad una festa? Celebrando il fatto che hanno i tuoi stessi “valori”?

Israele è un vicino abusivo per l’Unione Europea.

Attraverso una richiesta di informazione libera, ho appreso che Israele ha causato, negli ultimi cinque anni, la distruzione di oltre 2 milioni di dollari per progetti di aiuto dell’UE nella Cisgiordania occupata.

Tuttavia, invece di intraprendere qualsiasi azione contro Israele, i rappresentanti dell’UE sorseggiano abitualmente champagne e inondano di regali il loro vicino violento.

Una nota elaborata dalla Commissione Europea afferma che dal 2015 Israele ha “demolito o sequestrato” quasi 560 “strutture” all’interno di progetti di aiuto. I progetti sono stati finanziati dall’UE collettivamente e dai suoi governi individualmente.

Secondo tale nota, più di 70 di queste strutture sono state distrutte o confiscate tra gennaio e ottobre di quest’anno.

Sarebbe sbagliato rimanere distaccati mentre si esaminano queste cifre.

L’UE ha stimato l’ammontare dei danni inflitti ai suoi progetti di aiuto da Israele negli ultimi due decenni. Gli esercizi contabili non sono stati seguiti da azioni.

Complicato?

Il mese prossimo si celebrerà il ventesimo anniversario di una minaccia che si è dimostrata inattiva. Nel gennaio del 2002, i ministri degli Esteri dell’UE hanno rilasciato una dichiarazione nella quale “si riservano il diritto di chiedere un risarcimento” da Israele “nelle sedi appropriate”.

Subito dopo, l’avvertimento è stato effettivamente ritirato. Chris Patten, allora commissario per le relazioni esterne dell’UE, ha detto, appena due mesi dopo, che l’avvio di procedimenti legali contro Israele sarebbe stato “orrendamente complicato”.

La sua affermazione si basava sulla consapevolezza che l’UE non possiede più i progetti di aiuto che finanzia una volta firmati i controlli pertinenti. Intentare una causa sarebbe, quindi, una questione per i beneficiari degli aiuti.

Contrariamente alla motivazione di Patten, le questioni coinvolte non sono affatto complicate.

Se l’UE non farà nulla da sola, i suoi avvocati possono però consigliare i beneficiari degli aiuti o gli amministratori – che includono le comunità palestinesi e gli enti di beneficenza internazionali attivi in ​​Cisgiordania e Gaza – su come citare in giudizio Israele.

Altre possibilità potrebbero consistere nel dare a Israele meno soldi o, meglio ancora, niente soldi.

Israele è uno dei principali beneficiari dei sussidi dell’UE. Essa ha assegnato quasi 1,4 miliardi di dollari a imprese e istituzioni israeliane nell’ambito di Orizzonte 2020, un programma pluriennale per la ricerca scientifica.

Ridurre le sovvenzioni israeliane come pena per la distruzione dei progetti di aiuto non sarebbe un compito troppo arduo.

Mentre tutti i sussidi che l’UE dà a Israele dovrebbero essere osteggiati, alcuni sono completamente indifendibili.

Mekorot, una compagnia idrica di proprietà statale, beneficia di Orizzonte 2020, anche se appare su una lista nera delle imprese delle Nazioni Unite attive negli insediamenti illegali di Israele.

Nessun desiderio di responsabilità.

Il problema essenziale è che non c’è un reale desiderio nel ritenere Israele responsabile né tra la burocrazia di Bruxelles né tra i governi dell’UE.

Il Belgio ha cercato di presentarsi come particolarmente infastidito dalla condotta distruttiva di Israele negli ultimi anni. Proprio il mese scorso, il Belgio si è lamentato del fatto che quattro case palestinesi, che aveva finanziato vicino alla città di Hebron in Cisgiordania, sono state demolite da Israele.

I belgi hanno timidamente chiesto ad Israele un risarcimento. I timidi appelli sono completamente inutili quando si ha a che fare con un brutale occupante.

La distruzione sta avvenendo in un contesto più vasto di razzismo israeliano nei confronti dei palestinesi. Fa parte di un quadro più grande, in cui i palestinesi vengono trattati con estrema crudeltà perché – per quel che riguarda Israele – appartengono all’etnia “sbagliata”.

Coloro che parlano francamente delle politiche di apartheid di Israele corrono il rischio di essere infangati.

Lunedì, la Germania, che detiene la presidenza di turno dell’UE, ha ospitato congiuntamente una conferenza online dal titolo “Insieme contro l’antisemitismo” con l’ambasciata israeliana a Bruxelles.

I partecipanti all’evento hanno raccomandato che i governi adottino la definizione di antisemitismo, approvata dall’International Holocaust Remembrance Alliance.

Questa definizione è stata deliberatamente formulata in modo tale che chiunque descriva Israele come razzista possa essere accusato di odiare gli ebrei.

I relatori della conferenza di questa settimana includevano Felix Klein e Katharina Von Schnurbein, nominalmente i coordinatori contro l’antisemitismo per la Germania e l’UE.

Entrambi hanno asserito che paragonare Israele all’apartheid in Sud Africa equivale ad un bigottismo antiebraico.

La conferenza ha fornito un sordido esempio di come l’UE stia imbavagliando la libertà di parola su volere di Israele.

Quando viene perseguito un programma del genere, non c’è da meravigliarsi sul perché Israele possa continuare a distruggere i progetti di aiuto con una palla da demolizione.

Traduzione per InfoPal di Silvia Scandolari