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Ofer – MEMO. Il tribunale militare di Ofer ha prolungato di sei giorni la detenzione del leader del Jihad islamico (PIJ) Bassam al-Saadi, minacciando il fragile accordo di cessate il fuoco mediato dall’Egitto tra Israele e il gruppo della resistenza palestinese, terminando tre giorni dell’attacco israeliano che ha provocato la morte di 48 palestinesi, inclusi 17 bambini e quattro donne. Altri 360 palestinesi sono rimasti feriti.
Ci sono narrazioni contrastanti sull’accordo. La PIJ ha affermato che il rilascio di al-Saadi e di altri membri senior fa parte dell’accordo di cessate il fuoco. Il leader della PIJ, Ziyad al-Nakhalah ha dichiarato in una conferenza stampa, avvenuta dopo l’annuncio di cessate il fuoco, che l’Egitto aveva affermato che avrebbe collaborato con Israele per il rilascio di due prigionieri, tra cui al-Saadi.
Israele, tuttavia, confuta questa affermazione e ha esteso la detenzione di al-Saadi. La radio israeliana ha riferito che al-Saadi è stato presentato al tribunale militare. Il suo avvocato ha detto che al-Saadi è stato picchiato e brutalmente aggredito durante il suo arresto. La procura militare israeliana ha affermato che mercoledì al-Saadi è stato interrogato per una nuova accusa e che al tribunale è stato chiesto di prolungare la sua detenzione per completare le indagini.
Una delegazione delle Nazioni Unite ha visitato mercoledì al-Saadi nella prigione di Ofer. Il coordinatore speciale delle Nazioni Unite per il processo di pace in Medio Oriente, Tor Wennesland, ha pubblicato un tweet sulla visita. Wennesland ha spiegato che la visita è avvenuta come parte dello sforzo delle Nazioni Unite, insieme a Egitto e Qatar, per raggiungere un accordo di cessate il fuoco a Gaza.
“Oggi ho inviato una squadra dell’ONU a visitare Sheikh al-Sa’di nella prigione di Ofer per dare seguito agli impegni delle Nazioni Unite per mantenere la calma a #Gaza”, ha scritto Wencesland su Twitter. “Ribadisco che il cessate il fuoco a Gaza è molto fragile e ha invitato tutte le parti a preservare la calma”.