The Palestine Telegraph. L’esercito di Israele ha ripreso la sua vecchia-nuova politica di espulsioni di massa in Palestina, minacciando di massicci bombardamenti le persone che vivono nel nord della Striscia di Gaza.
L’esercito di Israele ha inviato volantini a nord della Striscia di Gaza, casa di centinaia di migliaia di civili, intimando loro di lasciare le città e i quartieri prima di essere bombardati.
I volantini inviati, secondo testimoni oculari, davano alle persone poche ore per lasciare le loro case. Fino a mezzogiorno, secondo l’ora locale.
I volantini hanno generato ansia e paura, costringendo più di 15 mila persone a lasciare i quartieri di Al Atatra e Al Salateen e la città di Beit Lahia. La stragrande maggioranza degli sfollati sono fuggiti al centro di Gaza, mentre 4 mila palestinesi hanno trovato riparo nelle scuole delle Nazioni Unite gestite dall’UNRWA (L’Agenzia delle Nazioni Unite per il Soccorso e l’Occupazione).
Gli osservatori si schierano in base ai punti di vista: alcuni vedono l’effettiva volontà di Israele nel voler bombardare centinaia di case, mentre altri solo propaganda e guerra psicologica a Gaza.
Nel 2009 e nel 2012, l’UNRWA ha aperto le sue scuole come rifugi quando Israele lanciava le sue offensive di guerra tra i civili di Gaza.
Secondo il Merriam-Webster Dictionary, l’espulsione è:
“the act of forcing someone to leave a place (such as a country or a school): the act of expelling someone. :the act of forcing something out : the act of expelling something”
(L’atto di obbligare qualcuno a lasciare un posto (come un Paese o una scuola); l’atto di espellere qualcuno; l’atto di buttare fuori qualcosa; l’atto di espellere qualcosa.)
Traduzione di Maria Laura Fagioli