“Israele ha rapito 1.000 bambini in meno di due mesi”

460_0___10000000_0_0_0_0_0_detainees_commitee_1Imemc. Ferwana chiede protezione per i bambini palestinesi. Una dichiarazione rilasciata dal capo del Dipartimento per la Ricerca e la Documentazione presso il Comitato per i Detenuti Palestinesi, e membro dello stesso comitato nella Striscia di Gaza, Abdul-Nasser Ferwana, ha chiesto alla comunità internazionale di agire per la protezione dei bambini palestinesi contro le violazioni israeliane in corso.

Nella sua dichiarazione, Ferwana ha affermato che i bambini palestinesi sono sempre più soggetti all’intensificarsi delle violazioni israeliane, ed ha chiesto che sia assicurato il rilascio di tutti i bambini imprigionati, oltre a garantirne la loro libertà in futuro.

Le sue affermazioni hanno contrassegnato la Giornata Internazionale dei Bambini (20 novembre) che venne adottata dal Segretario Generale delle Nazioni Unite nello stesso giorno del 1989, secondo la Convenzione per i Diritti del Bambino, Risoluzione n. 44/25 (entrata in vigore il 2 settembre 1990, ai sensi dell’art. 49).

“Da quando Israele ha invaso i territori palestinesi, ha iniziato a considerare i bambini come ‘bombe ad orologeria, che esploderanno quando saranno adulti’ e cio’ ha fatto venir meno la loro immunita’ ed ha ucciso per sempre la loro infanzia innocente”, ha detto Ferwana. “La loro giovane eta’ e’ stata ignorata, e sono stati spogliati dei loro diritti, provocando la morte e l’arresto di migliaia di bambini”.

Ha inoltre aggiunto che queste politiche illegali, rafforzate dallo stato israeliano, hanno causato problemi di sviluppo sia fisico che psicologico, ed hanno lo scopo di distruggere il futuro dei ragazzi e di influenzarne negativamente la naturale crescita”.

“Da quanto Israele ha occupato il resto della Palestina nel 1967, l’esercito ha rapito migliaia di bambini, compresi gli oltre 12.000 che sono stati rapiti da quando e’ iniziata l’Intifada Al-Aqsa, il 28 settembre del 2000”, ha dichiarato Ferwana. “Un livello record di rapimenti di bambini e’ stato raggiunto da quando e’ iniziata l’Intifada Al-Quds, il 1° di ottobre del 2015, visto che l’esercito israeliano ne ha rapiti piu’ di 1.000. Molti di loro sono sotto i 14 anni, ed almeno 400 di loro si trovano ancora in carcere”.

“In alcuni casi questi bambini hanno dovuto affrontare minacce di percosse fisiche, sono stati interrogati illegalmente e soggetti a tortura psicologica; uno di questi e’ il caso di Ahmad Manasra”, ha proseguito Ferwana. “Ogni bambino detenuto, in un modo o in un altro, si e’ trovato di fronte a torture fisiche e psicologiche; ad altri non sono state fornite le cure mediche necessarie sufficienti. Esempi in questo senso, sono i casi di Issa al-‘Aati, Jalal Sharawna e Estabraq Ahmad Nour, assieme a molti altri”.

“Abbiamo visto molti video, sui siti dei social-media, di abusi orribili e scioccanti sui bambini nelle mani dei soldati e degli investigatori israeliani. Le testimonianze che i bambini hanno reso ai loro avvocati dimostrano veri e propri comportamenti crudeli e criminali”.

“E’ per questo motivo che dobbiamo documentare accuratamente le violazioni israeliane, e presentarle davanti alla Corte Criminale Internazionale, alla comunita’ internazionale, per mostrare loro il vero orrore e la deumanizzazione che i Palestinesi devono affrontare sotto questa occupazione crudele, illegale ed immorale”.

Inoltre, il funzionario palestinese ed ex-prigioniero politico ha detto che Israele continua a compiere gravi violazioni del diritto internazionale, a discapito dell’intera comunita’ internazionale, e si tratta di un argomento che richiede intervento efficace e serio, allo scopo di assicurare la protezione di questi bambini.

“E’ un dovere e una responsabilita’ internazionale fornire protezione ai bambini”, ha concluso, “salvaguardare tutti gli accordi internazionali, e rendere responsabile Israele per i suoi attuali crimini sempre piu’ numerosi”.

(Abdul-Nasser Ferwana. Ex-prigioniero politico, Ricercatore Specializzato per i Problemi dei Detenuti, Capo del Dipartimento per il Censimento del Comitato Palestinese dei Detenuti, e membro dello stesso comitato nella Striscia di Gaza).

Traduzione di Aisha Tiziana Bravi