MEMO. La disputa sull’apartheid israeliana ha preso un’altra svolta autoritaria, giovedì, dopo che il ministero per l’Educazione ha convocato il preside e l’amministratore delegato della Hebrew Reali School di Haifa per un’audizione, per aver ignorato un ordine del ministero e aver continuato con la programmazione di una lezione online del direttore di B’Tselem, senza dubbio l’organizzazione per i diritti umani più rispettata di Israele.
All’inizio di questo mese Israele aveva vietato alle associazioni per i diritti umani di visitare le scuole per “impedire l’ingresso di organizzazioni che definiscono Israele uno stato di apartheid o che sminuiscono le capacità dei militari israeliani nel tenere lezioni nelle scuole”. La repressione è giunta pochi giorni dopo che B’Tselem aveva pubblicato un documento di presa di posizione che identifica Israele come uno stato di “apartheid” che “promuove e perpetua la supremazia ebraica tra il Mar Mediterraneo e il fiume Giordano”.
B’Tselem ha concluso che, dopo oltre mezzo secolo, il regime israeliano e la sua occupazione devono essere considerati un’unica entità, guidata dal principio organizzativo razzista di “avanzare e perpetuare la supremazia di un gruppo – gli ebrei – sopra un altro – i Palestinesi”.
Secondo il gruppo per i diritti umani, il limite legale per poter definire Israele come un regime di apartheid era già stato raggiunto, e questa denominazione è arrivata dopo aver considerato l’insieme delle politiche e delle leggi che sono state concepite per rafforzare il controllo e il privilegio ebraico.
Ignorando l’ordine del ministero dell’Educazione, la Hebrew Reali School ha invece ospitato Hagai El-Ad circa una settimana fa. Il direttore di B’Tselem si è rivolto a quasi 300 studenti della scuola in una lezione tenuta su Zoom.
Haaretz ha riferito che i funzionari scolastici hanno chiesto al ministero in base a quale legge avesse preso la decisione di vietare all’associazione per i diritti umani di parlare nelle scuole. Non ricevendo alcuna risposta, la lezione è continuata.
Giovedì scorso decine di persone, tra cui organizzazioni per i diritti civili e studenti della scuola, hanno tenuto una manifestazione a sostegno della decisione presa dall’istituto superiore. L’Associazione per i Diritti Civili (ACRI) ha chiesto la cancellazione dell’audizione richiesta dal ministero.
“Probabilmente alla fine non faranno nulla”, ha detto il preside del liceo Tichonet di Tel Aviv, Ram Cohen. “L’obiettivo è far capire a tutti i dirigenti scolastici che il destino [della scuola ebraica Reali] sarà anche il vostro destino: minacciare i presidi”.
Traduzione per InfoPal di Aisha T. Bravi