Israele investito da accuse di razzismo crescente

PressTv. Gruppi impegnati nella difesa dei diritti civili condannano le misure discriminatore di Tel Aviv contro la comunità di palestinesi, ma anche contro le altre minoranze in Israele.

Nel primo caso, la forte condanna è emersa in seguito alla decisione dell’Alta Corte israeliana di impedire ai palestinesi spostati con cittadini israeliani di vivere come una famiglia, ovvero insieme. “Questa misura è diretta a impedire loro di acquisire la cittadinanza israeliana, ed è incostituzionale”, affermano i gruppi per i Diritti Civili.

Parallelamente a questi fatti che investono i palestinesi, altre manifestazioni di segregazione in Israele preoccupano gli stessi gruppi.

Diverse manifestazioni di massa hanno investito alcune località a sud di Israele, come Kiryat Malachi, 5mila si sono radunati davanti al parlamento israeliano e altri di fronte alla residenza del premier Benjamin Netanyahu per chiedere “giustizia sociale”.

La protesta ha riguardato principalmente gli israeliani di origine etiope ai quali altri israeliani nel sud del Paese si riufiutano di vendere case, e non vogliono neanche accettarli come affittuari.

Il ministro per l’Assorbimento dell’Immigrazione di Israele, Sofa Lander, ha ritenuto sufficiente rispondere alle proteste, invitando la comunità etiope a ringraziare Tel Aviv per averli portati in Israele.

Nel corso di una visita in una scuola frequentata da un ampio numero di studenti di origine etiope, il presidente di Israele, Shimon Peres, ha definito simili atteggiamenti “razzisti e hitleriani”.

(Foto: PressTv).

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