Israele limita l’accesso dei palestinesi ad Al-Aqsa prima della festa ebraica

348313CGerusalemme – Ma’an, AFP. Lunedì, alla vigilia della festa ebraica dello Yom Kippur, le autorità israeliane hanno imposto delle restrizioni all’entrata dei musulmani nel sito di Al–Aqsa.

I testimoni hanno raccontato a Ma’an che le forze israeliane hanno cacciato i palestinesi dall’area in seguito alle preghiere pomeridiane e hanno chiuso i cancelli con delle recinzioni, lasciandone aperti solo tre.

Azzam al-Khatib, direttore dei Beni islamici a Gerusalemme, ha riferito a Ma’an che solo gli uomini oltre i 50 anni potevano accedere, mentre alle donne era completamente impedito.

Non si sa se le restrizioni continueranno nei prossimi giorni.

Lunedì, dopo tre giorni di scontri durante la settimana precedente nell’area di Al–Aqsa, la polizia israeliana ha dichiarato che migliaia di agenti sarebbero stati impiegati nella Gerusalemme est occupata in vista dello Yom Kippur e delle feste islamiche di Eid al–Adha,

Lo Yom Kippur comincia martedì notte e dura fino a mercoledì sera, con migliaia di ebrei che visitano  il Muro del Pianto sotto l’area di Al–Aqsa, nella Città Vecchia di Gerusalemme.

La festa islamica di Eid al–Adha inizia mercoledì e continua fino a domenica.

Nelle settimane precedenti la tensione era salite alle stelle, a causa del timore palestinese che le autorità israeliane rinnegassero l’accordo che impediva la preghiera non musulmana nell’area. Il numero di visitatori ebrei della moschea è aumentato negli ultimi anni e, di conseguenza, anche le loro richiese di accesso. Al di là del numero, che è ancora relativamente basso, la tendenza crescente sta allarmando i palestinesi, anche considerando le dichiarazioni degli ufficiali israeliani – fra cui i ministri di gabinetto – che richiedono di rimpiazzare il sito islamico con il terzo tempio ebraico.

I manifestanti a Gerusalemme Est, come in tutta la Cisgiordania e la Striscia di Gaza, hanno adottato ovunque lo stesso slogan: “Con la nostra anima e il nostro sangue, ci sacrifichiamo per te, Al–Aqsa”.

In un incontro di emergenza tenutosi venerdì mattina, il Comitato per gli Affari esteri e la Difesa della Knesset ha approvato il richiamo dei riservisti dalla polizia di frontiera di Israele in risposta alle crescenti tensioni nell’area.

“I combattenti del controllo di frontiera hanno una storia ricca di successi nell’affrontare attività ostili e violente”, ha dichiarato il presidente del Comitato Tzachi Hanegbi (Likud) in un comunicato stampa della Knesset.

I funzionari hanno riferito che circa tremila poliziotti sono stati dispiegati durante i tre giorni di violenza della settimana precedente nella Città Vecchia durante l’anno nuovo ebraico.

Secondo i media, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha richiesto che l’uso dei proiettili calibro 22 – usati dalle forze israeliane in Cisgiordania ma non a Gerusalemme – venga consentito in risposta ai lanciatori di pietre nella città.

Il gruppo per i diritti B’Tselem ha avvertito che una simile manovra avrebbe “esacerbato il ciclo di violenza con risultati letali” anziché “ripristinare l’ordine” nell’area.