Israele non sa “niente” dei tunnel a Gaza, afferma ostaggio rilasciato

Tel Aviv – The Cradle. Adina Moshe, una donna israeliana precedentemente tenuta prigioniera dalle fazioni della resistenza palestinese a Gaza, ha dichiarato che l’esercito israeliano non sa nulla della rete di tunnel sotterranei di Hamas, ha riferito Channel 12 l’8 settembre.

Moshe è stata fatta prigioniera da Hamas il 7 ottobre e rilasciata il 24 novembre come parte di un accordo temporaneo di cessate il fuoco mediato dal Qatar e dagli Stati Uniti tra Hamas e Israele.

Moshe ha raccontato che dopo il suo rilascio è stata interrogata dallo Shin Bet (Shabak), il Servizio di sicurezza interno di Israele.

“Il servizio di sicurezza interno mi ha chiesto di disegnare una mappa dei tunnel di Gaza perché non ne sanno nulla”, ha dichiarato al Canale 12 di Israele.

Nel corso di un discorso tenuto durante le proteste che chiedevano un cessate il fuoco a Gaza e un accordo di scambio di prigionieri con Hamas, Moshe ha indicato che lo Shin Bet le aveva inviato un ingegnere che le aveva chiesto di spiegare l’aspetto dei tunnel, dei telefoni e dei cavi di Hamas, quali fossero le loro ramificazioni e dove fossero situati.

L’ingegnere ha chiarito a Moshe che “i servizi di sicurezza israeliani non sanno nulla dei tunnel”.

Moshe ha risposto all’ingegnere che “i tunnel nella Striscia di Gaza sono un enorme labirinto che si estende sottoterra in tutta la Striscia, e la pressione militare non aiuterà a riportare indietro i prigionieri”.

Ha sottolineato che “il primo ministro Benjamin Netanyahu sta mentendo e lui e l’esercito non sanno nulla dei tunnel di Hamas nella Striscia di Gaza”.

Il 7 febbraio, dopo che diversi prigionieri israeliani di Hamas erano stati uccisi dalle truppe israeliane e dai gas velenosi degli attacchi aerei israeliani durante le operazioni a Gaza, l’ex-prigioniera ha chiesto a Netanyahu di accettare un altro accordo per il cessate il fuoco e lo scambio di prigionieri.

“Ancora una volta, le dico, signor Netanyahu, che tutto è nelle sue mani, lei è l’unico che può farlo, e ho molta paura che se continua su questa strada […] non ci saranno più ostaggi da liberare”, ha dichiarato durante una conferenza stampa.

Il primo ministro Netanyahu ha cercato di sabotare ogni possibile accordo di cessate il fuoco, portando alcuni israeliani ad incolparlo per la morte di molti dei prigionieri detenuti a Gaza.

Il 2 settembre Yedioth Ahronoth ha riferito che il primo ministro è responsabile della morte di sei soldati israeliani, uccisi mentre erano prigionieri di Hamas, perché ha sabotato un accordo di cessate il fuoco a Gaza a luglio che avrebbe portato al loro rilascio.

Il quotidiano ebraico ha riferito che, secondo un alto funzionario della sicurezza israeliana, a maggio Israele aveva presentato una proposta di accordo che avrebbe restituito i prigionieri israeliani e portato ad un cessate il fuoco.

Tuttavia, dopo che Hamas ha accettato la maggior parte dei termini, il Primo Ministro ha deciso di ritirarsi dall’accordo. Per farlo, ha ordinato la stesura di un nuovo documento a luglio, che includeva “chiarimenti” alla prima proposta israeliana, tra cui il fatto che le truppe israeliane continuassero a occupare il confine tra Egitto e Gaza.

Altri sei prigionieri israeliani sono stati successivamente uccisi. I loro corpi sono stati recuperati da un tunnel nel sud di Gaza, a Rafah, il 31 agosto.

Traduzione per InfoPal di F.H.L.