Israele ordina la demolizione di un villaggio palestinese dopo Ramadan

334798CHebron-Ma’an. Le autorità israeliane hanno ordinato la demolizione delle abitazioni di un villaggio situato a sud di Hebron da eseguire dopo Ramadan, come hanno affermato mercoledì alcuni osservatori israeliani.

I Rabbini per i Diritti Umani e B’Tselem hanno affermato che le pressioni dei coloni israeliani hanno portato alla decisione di mettere in atto gli ordini di demolizione nel villaggio di Khirbet Susiya dopo Ramadan, sebbene una udienza dell’alta corte riguardante questo caso sia programmata per il 3 agosto.

L’Amministrazione Civile Israeliana, l’esercito israeliano e l’ufficio del Coordinamento per le attività di governo nei Territori (COGAT) hanno notificato l’ordine di demolizione agli abitanti del villaggio durante un incontro tenuto domenica scorsa.

Khirbet Susiya è sotto minaccia imminente di demolizione dal maggio scorso quando l’alta corte israeliana ha approvato la demolizione delle case degli abitanti e delle tende con probabile ricollocamento nei villaggi attorno di 300 beduini residenti.

Il caso è presso la corte fin dal 2012 quando gli abitanti di Khirbet Susiya chiesero all’amministrazione civile israeliana di approvare un progetto per la parte settentrionale del villaggio.

Gli abitanti di Susiya, secondo le testimonianze, hanno costruito le case nel 1986 sui terreni agricoli di loro proprietà, dopo che Israele li aveva cacciati dalle loro abitazioni precedenti situate su terreni dichiarati come sito archeologico.

Situati nell’area C, una zona che copre il 60% della Cisgiordania che è sotto il completo controllo israeliano, gli abitanti di Khirbet Susiya devono chiedere i permessi per la costruzionie all’amministrazione civile israeliana.

Praticamente, soltanto pochissime richieste palestinesi per la costruzione o ingrandimento di strutture già esistenti vengono approvate, con il 6 percento di richieste di permesso palestinesi accordate da Israele tra il 2000 ed il 2012.

Impossibilitati ad ottenere permessi “legali”, i Palestinesi sono costretti ad abbandonare o a costruire illegalmente.

A partire dal 1988 le forze israeliane hanno emesso più del doppio del numero di ordini di demolizione contro Palestinesi nell’area C di quelle emesse contro le colonie illegali israeliane della zona.

I coloni israeliani che vivono illegalmente nell’area secondo il diritto internazionale controllano ancora più di 300 ettari dei terreni di Khirbet Susiya, ha dichiarato B’Tselem.

I Rabbini per i Diritti Umani asseriscono che la nuova minaccia è una forma di coercizione che mira ad espellere i residenti dall’area ancora prima dell’udienza del tribunale.

Il capo del comune del villaggio di Susiya, Jihad al-Nawajaa, ha detto che ai residenti è stato chiesto di andarsene col pretesto che il villaggio manca di infrastrutture sufficienti per vivere.

Nel frattempo, il governo israeliano fornisce i servizi necessari alla colonia israeliana vicina di Susiya.

L’anno scorso Israele ha demolito 590 strutture di proprietà palestinese in Cisgiordania e a Gerusalemme Est, sfollando 1.177 persone, secondo quanto riportato dall’ufficio dell’ONU per il Coordinamento delle Questioni Umanitarie (OCHA).

L’imminente demolizione di Khirbet Susiya arriva nel momento in cui i membri della destra di governo israeliana spingono perché vi sia un piano per ricollocare forzatamente decine di migliaia di Beduini palestinesi.

Approvato senza nessuna consultazione con la comunità beduina, il piano vorrebbe cacciare circa 40.000 beduini dai loro villaggi obbligandoli a vivere in aree concentrate che i critici hanno definito “riserve”.

Israele attualmente rifiuta di riconoscere 35 villaggi di beduini nel Negev, che insieme costituiscono la casa per circa 90.000 persone.

Traduzione di Aisha Tiziana Bravi