Israele: poliziotti sotto indagine per violenza riceveranno una “spinta morale”

Tel Aviv – MEMO. Gli agenti di polizia israeliani, indagati per condotta violenta, riceveranno una “spinta morale” con l’adozione di una serie di misure controverse volte a impedire loro di lasciare il lavoro.

Il numero di agenti che hanno lasciato le forze di polizia a causa del morale basso è quasi raddoppiato nell’ultimo anno.

Gli ufficiali sospettati di usare la forza eccessiva contro i civili non saranno più sospesi e possono invece aspettarsi una promozione, anche prima che un’indagine sulla loro condotta sia conclusa.

Le misure non sono prive di critiche. Un alto funzionario delle forze dell’ordine del ministero della Giustizia ha affermato che ciò invia un messaggio negativo agli agenti, dicendo che possono continuare ad agire in modo inappropriato. “I cittadini potrebbero incontrare l’ufficiale il giorno successivo per strada come se nulla fosse”, ha dichiarato un funzionario anonimamente a Haaretz. Secondo il quotidiano israeliano, il morale basso all’interno delle forze di polizia è una questione importante che lo stato d’occupazione non è in grado di affrontare. Nel 2021 si sono dimessi circa 850 ufficiali, rispetto ai 465 del 2020 e ai 582 del 2019.

Un’indagine condotta dal commissario di polizia israeliano ha rilevato che uno dei motivi per cui gli agenti se ne vanno è la percezione di una mancanza di supporto per coloro che sono sotto indagine del ministero della Giustizia, insieme al burnout e all’insoddisfazione per gli stipendi. L’indagine ha rilevato che molti agenti ritengono che i poliziotti indagati siano trattati come se fossero già stati giudicati colpevoli, anche prima di decidere se incriminarli o meno.

Non sono state menzionate ragioni politiche per abbassare il morale, ma l’aumento del numero di ufficiali che hanno lasciato le forze di polizia, negli ultimi due anni, coincide con le crescenti violenza e rivolte, specialmente nei Territori occupati, dove i coloni continuano a intensificare la tensione con il loro continuo furto di terra palestinese e gli attacchi contro i palestinesi e le loro proprietà.

Inoltre, gli agenti di polizia israeliani hanno il non invidiabile compito di far rispettare le politiche inesorabilmente repressive del loro governo. La scorsa settimana, ad esempio, i funzionari della sicurezza hanno avvertito che la chiusura totale della Cisgiordania occupata e la restrizione di movimento per i palestinesi durante il mese del Ramadan avrebbero innescato proteste.

Il piano per migliorare la fidelizzazione del personale e ridurre il livello delle dimissioni vedrà gli agenti indagati per condotta violenta che riceveranno vantaggi di cui attualmente non godono. Lo stipendio di un funzionario trasferito in servizio d’ufficio non sarà ridotto durante il primo semestre di un’indagine. Potranno anche aspettarsi di ottenere una promozione retroattivamente se dovessero perdere l’opportunità di carriera mentre sono sotto inchiesta. Inoltre, le decisioni relative all’assunzione di un agente indagato saranno prese da un comandante distrettuale, piuttosto che dal dipartimento disciplinare di polizia, che tende ad adottare un approccio più rigoroso.

“Siamo stati troppo severi con gli agenti e questo ha portato ad una mancanza di motivazione e a una sensazione di mancanza di supporto”, ha spiegato un alto ufficiale di polizia. “Non si può far sì che per ogni denuncia o sospetto, un poliziotto soffra come se fosse già stato condannato, quando la maggior parte delle indagini dura mesi e talvolta anche anni”.