Israele rade al suolo il villaggio di Araqib nel Negev per la 197ª volta

Negev/Naqab-PIC. Martedì mattina, le autorità israeliane hanno demolito tutte le tende e le strutture nel villaggio beduino palestinese di Araqib, nel deserto del Negev, per la 197ª volta consecutiva, sfollando i suoi residenti beduini.

Secondo fonti locali, le forze di polizia israeliane e i dipendenti dell’autorità per lo sviluppo beduino – che è responsabile di tali demolizioni – hanno preso d’assalto il villaggio e hanno devastato tutto.

Di conseguenza, decine di beduini, compresi i bambini, sono di nuovo senzatetto e soffriranno per le condizioni climatiche rigide e fredde del deserto prima di poter avere di nuovo case di fortuna.

I residenti di Araqib vivono in un costante stato di paura perché si aspettano la demolizione del loro villaggio da un momento all’altro, dopo che sono riusciti a ricostruire di nuovo le loro case. Ad Araqib vivono circa 22 famiglie composte da 110 persone.

Si stima che circa 80.000 palestinesi beduini, con cittadinanza israeliana, vivano in diverse comunità del Negev, a cui spesso vengono negati servizi vitali, tra cui acqua, elettricità e strutture educative.

Israele sostiene che le case degli abitanti del villaggio sono state costruite senza permessi, ma i nativi palestinesi vi abitano da quando furono sfollati dai loro villaggi originali, durante l’occupazione della Palestina, nel 1948.

Si ritiene che la demolizione di al-Araqib e di altri villaggi nel Negev sia una politica israeliana sistematica volta a espellere la popolazione nativa del Negev e trasferirla in aree delimitate dal governo per aprire la strada all’espansione e alla costruzione di insediamenti per le comunità ebraiche.

Tuttavia, tale politica israeliana arbitraria, criminale e disumana di demolizione, sradicamento e sfollamento non farà che aumentare la determinazione e l’adesione dei residenti alla loro terra e villaggio, anche se Israele lo demolirà migliaia di volte.