Israele revoca lo status di residente a Gerusalemme alla moglie di un prigioniero

333611CGerusalemme-Ma’an. Le autorità israeliane hanno revocato la residenza ad una donna palestinese di Gerusalemme Est dopo che vi ha vissuto per 23 anni, meno di due settimane dopo che suo marito è stato condannato a 9 mesi di detenzione in un carcere israeliano per il suo attivismo su Facebook.

Il ministro dell’Interno israeliano ha rifiutato alla quarantatreenne Muna Abdullah al-Shalabi la richiesta per il “ricongiungimento familiare” adducendo ragioni di “sicurezza”.

Suo marito, Omar al-Shalabi, è l’ex-segretario generale di Fatah a Gerusalemme e all’inizio di maggio è stato condannato a 9 mesi di detenzione in un carcere israeliano per presunto incitamento alla violenza anti-ebraica e per aver appoggiato il “terrore” in alcuni post e commenti su Facebook.

Muna al-Shalabi ha affermato che la sua interdizione da Gerusalemme è stata emanata per esercitare ulteriori pressioni su suo marito.

Le autorità israeliane dichiarano che le è stata data la possibilità di dibattere la sua richiesta a febbraio ma che lei non si è presentata, costringendoli a rifiutargliela.

Tuttavia, al-Shalabi ha negato che le sia stata data qualsiasi opportunità in precedenza per difendere la sua richiesta, affermando che non ha ricevuto nessuna comunicazione dal ministero dell’Interno prima dell’ultima che ha ricevuto.

Lei ha vissuto nel quartiere di al-Suwwana a Gerusalemme Est occupata fin da quando si è sposata con suo marito, residente di  Gerusalemme, 23 anni fa.

Fino al momento del divieto le era stato permesso di vivere a Gerusalemme Est grazie alla procedura per ottenere il permesso per “ricongiungimento familiare”.

La procedura richiede “indagini meticolose che spesso [impiegano] molti anni per essere completate”, ed è stata ristretta per gli uomini di 35 e per le donne di 25 anni fin dal 2005, secondo il gruppo israeliano per i diritti B’Tselem.

B’Tselem ha riportato che migliaia di Palestinesi “non hanno nemmeno la possibilità di presentare una richiesta e non possono vivere con le loro mogli in Israele”, aggiungendo che la procedura “viola il diritto di decine di migliaia di persone alla vita familiare”.

Ad al-Shalabi sono stati concessi 21 giorni per presentare le proprie obiezioni al divieto.

Nel 2014 lo status di residente di 107 Palestinesi abitanti a Gerusalemme Est è stato revocato, aggiungendosi ai 14.309 fin dal 1967.

Traduzione di Aisha Tiziana Bravi