Israele revoca la residenza alla vedova di un aggressore palestinese

Gerusalemme-Afp. Mercoledì, Israele ha revocato il diritto di residenza alla vedova di un Palestinese che ha compiuto un attacco mortale in una sinagoga di Gerusalemme, ricevendo condanna da gruppi per i diritti umani.

L’azione è giunta dopo che il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha annunciato che avrebbe cercato ampi poteri per rescindere residenza e diritti allo stato sociale di qualsiasi cittadino palestinese di Israele o residente a Gerusalemme Est se un familiare avesse partecipato a disordini.

“Ho ordinato la cancellazione del permesso di soggiorno di Nadia Abu Jamal in Israele. Chiunque sia coinvolto nel terrorismo deve considerare che ci saranno conseguenze anche per i loro familiari”, ha detto in un comunicato il ministro dell’Interno Gilad Erdan.

I cugini Uday e Ghassan Abu Jamal, del quartiere Jabel Mukabir a Gerusalemme Est, hanno ucciso cinque persone in una sinagoga, il 18 novembre, prima di essere uccisi dalla polizia, nell’attacco più sanguinoso della città negli ultimi sei anni.

Dalla dichiarazione non è chiaro se Nadia è la vedova di Uday o di Ghassan.

La dichiarazione evidenzia che le è stata concessa la residenza a Gerusalemme Est con la clausola di “ricongiungimento familiare” che permette ai residenti nei territori palestinesi occupati di stare con il coniuge in possesso della cittadinanza israeliana o della residenza permanente.

I Palestinesi di Gerusalemme Est hanno diritto di residenza ma non di cittadinanza da quando Israele ha occupato la città nel 1967, nonostante il fatto che la stragrande maggioranza sia nata e cresciuta in città e ci viva da generazioni.

Israele ha introdotto una serie di misure contro le famiglie dei Palestinesi coinvolti in attentati a Gerusalemme, compresa la demolizione delle loro case – politiche che le associazioni per i diritti umani hanno condannato come punizione collettiva.

Il gruppo israeliano per i diritti umani B’Tselem ha criticato  la decisione di revocare il permesso di soggiorno ad Abu Jamal.

“Siamo contrari a questa misura. E’ un abuso di autorità di un ministro e una forma di punizione collettiva”, ha detto a AFP la portavoce Sarit Michaeli.

“Lei non è accusata di alcun danno, e la revoca del suo status di residenza significherà che lei sarà bandita effettivamente dalla sua casa e buttata fuori dalla città in cui vive.

“La residenza e le prestazioni sociali… non sono doni o favori che le autorità concedono e che possono poi riprendersi. Sono aspetti essenziali dell’esistenza delle persone”, ha aggiunto Michaeli.

Domenica scorsa, Israele ha revocato la residenza di un Palestinese condannato per l’attentato suicida in una discoteca di Tel Aviv, dove erano morte 21 persone nel 2001.

Mahmud Nadi aveva scontato una pena detentiva di 10 anni per il suo coinvolgimento nell’attentato.

Traduzione di Edy Meroli