Israele riconosce l’esecuzione di Kahla: non costituiva una minaccia

Ramallah-PIC e Quds Press. Un’indagine militare israeliana sull’uccisione di Ahmed Abu Kahla, 45 anni, ha rivelato che la vittima è stata colpita da un proiettile dopo essere stata aggredita dai soldati israeliani in una strada vicino alla città di Silwad, a Ramallah.

Secondo quanto riportato lunedì dal canale arabo dell’emittente pubblica israeliana Kan, l’indagine ha affermato che Kahla, un palestinese di 45 anni del villaggio di Ramon, ucciso da un ufficiale israeliano circa una settimana fa, non aveva alcuna intenzione di compiere un attacco e non ha tentato di sottrarre deliberatamente un’arma a un soldato, come aveva affermato all’epoca un portavoce dell’esercito.

Il rapporto investigativo ha spiegato che Kahla è stato colpito dopo aver cercato di evitare un ingorgo soffocante nella zona, dopo che i soldati israeliani avevano istituito un posto di blocco improvvisato sulla strada.

Secondo i risultati dell’indagine israeliana, le testimonianze di testimoni oculari e del figlio della vittima hanno confermato che Kahla ha cercato di lasciare il suo veicolo in preda alla rabbia quando un ufficiale superiore ha sbattuto la portiera e ha attaccato lui e suo figlio con uno spray al peperoncino, prima che altri soldati cercassero di tirarlo fuori dall’auto e lo aggredissero.

In seguito, uno dei soldati stava per colpire Kahla con il suo fucile, ma quest’ultimo ha spontaneamente strattonato l’arma per difendersi quando il soldato ha improvvisamente aperto il fuoco con lo stesso fucile davanti al figlio e ad altri testimoni oculari.