Israele riduce vendite di tecnologie cibernetiche a seguito dello scandalo di NSO

Tel Aviv – MEMO. A seguito degli scandali globali riguardanti la società di spyware israeliana – il gruppo NSO – il ministero della Difesa israeliano ha ridotto il numero di paesi a cui le aziende israeliane possono vendere tecnologie informatiche, secondo quanto riportato giovedì dal Times of Israel.

In un rapporto sugli aggiornamenti di novembre, il ministero della Difesa israeliano ha affermato di aver ridotto il numero di paesi a 37, un netto calo rispetto ai precedenti 102, secondo quanto affermato dal quotidiano israeliano Calcalist Business News.

Secondo il rapporto, il ministero della Difesa israeliano ha tagliato fuori Arabia Saudita, Messico, Marocco, Emirati Arabi Uniti e altri. Il rapporto affermava che i paesi esclusi dall’elenco dei clienti erano coinvolti in violazioni dei diritti umani, nei quali avevano utilizzato i prodotti di NSO.

L’Arabia Saudita, ad esempio, avrebbe utilizzato lo spyware Pegasus, prodotto dalla NSO, per monitorare il giornalista del Washington Post, Jamal Khashoggi, ucciso nel consolato saudita a Istanbul nel 2018.

Tuttavia, il Times of Israel ha riferito che anche l’India è stata accusata di utilizzare la tecnologia del NSO su giornalisti, politici dell’opposizione e attivisti, ciò nonostante rimanga nella lista verde.

L’NSO insiste che il suo prodotto è pensato solo per aiutare i paesi a combattere la criminalità e il terrorismo, ma le nuove regole, secondo il rapporto, dovrebbero infliggere un duro colpo all’industria israeliana della tecnologia informatica.

Il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti ha recentemente annunciato che stava inserendo l’NSO nella sua lista nera, limitando i legami dell’azienda con le società statunitensi per le accuse secondo cui avrebbe “consentito ai governi stranieri di condurre una repressione transnazionale”.

Martedì scorso, l’Apple ha fatto causa al gruppo NSO per aver preso di mira gli utenti dei suoi dispositivi, chiedendo che l’azienda al centro dello scandalo della sorveglianza Pegasus debba essere ritenuta responsabile.

“Per prevenire ulteriori abusi e danni ai suoi utenti, l’Apple sta anche cercando un’ingiunzione permanente per vietare al gruppo NSO di utilizzare qualsiasi software, servizio o dispositivo Apple”, ha affermato la Apple in una nota, nella quale annunciava l’azione legale contro l’NSO.

Nel 2019, Facebook ha citato in giudizio la società israeliana, con l’accusa di aver preso di mira gli utenti della sua app di messaggistica WhatsApp.

All’inizio di questo mese, una Corte d’Appello degli Stati Uniti ha respinto una mozione di NSO Group per rigettare una causa di Facebook.

All’inizio della scorsa settimana, il Times of Israel ha riferito che l’agenzia di rating del credito Moody’s ha pubblicato alcuni rapporti, secondo i quali il gruppo NSO è a rischio di insolvenza a causa di un debito di 500 milioni di dollari, tra imminenti problemi di flusso di cassa a seguito della lista nera degli Stati Uniti.