Israele rifiuta i documenti di viaggio nei quali c’è scritto “Stato di Palestina”

Gaza – MEMO. Le richieste dei palestinesi che cercano di lasciare o entrare nella Striscia di Gaza attraverso il valico di Erez, controllato da Israele, vengono respinte dal governo israeliano se i documenti presentati sono intitolati “Stato della Palestina”.

Tarabin Asana, 60 anni, ha cercato di visitare Gaza dopo la morte del padre. Tuttavia, l’ufficiale di collegamento militare israeliano con i palestinesi, noto come Coordinatore delle attività governative nei territori (COGAT), ha rifiutato di approvare la sua richiesta a causa del titolo sul modulo etichettato come “Stato di Palestina”.

Secondo Haaretz, la risposta che ha ricevuto evidenzia che Israele non accetta documenti dallo “Stato di Palestina”. I funzionari hanno detto che “dovrebbero essere presentati documenti leggibili che non hanno questa intestazione o un suo equivalente in nessuna lingua”.

In un altro caso, l’organizzazione israeliana per i diritti umani Gisha ha presentato una petizione al tribunale distrettuale di Gerusalemme, e ha chiesto il permesso per una residente di Gaza ed i suoi tre figli di visitare il marito, che verrà sottoposto a un intervento chirurgico potenzialmente letale in Cisgiordania. Durante un’udienza in tribunale, il governo israeliano ha incaricato Gisha di presentare al COGAT un documento medico ufficiale rilasciato dal ministero della Salute palestinese che provi le condizioni critiche del marito. Tuttavia, il governo ha insistito sul fatto che il documento poteva essere presentato solo tramite il Comitato per gli affari civili palestinesi a Gaza, poiché “Israele non trasferisce documenti con l’intestazione ‘Stato di Palestina’”.

Haaretz ha affermato che in seguito a una serie di casi simili, il Centro Hamoked per la difesa dell’individuo ha contattato il capo del COGAT al valico di Erez, chiedendo che ponesse fine a questa pratica.

“Il diritto dei residenti della Striscia di Gaza a una vita familiare è ridotto alle circostanze più eccezionali: un matrimonio, una grave malattia o il funerale di un parente”, ha sottolineato il direttore esecutivo di Hamoked, Jessica Montell. “Ma anche in momenti così delicati, l’esercito maltratta le persone che hanno bisogno dell’approvazione e si rifiuta di consentire loro di partecipare al funerale della madre o della sorella, solo perché sul documento che dimostra l’urgenza della visita compare un logo che infastidisce i soldati. È un comportamento oltraggioso e del tutto illegittimo”.

In risposta, la COGAT ha affermato di essere stata contattata solo di recente sulla questione che sarebbe stata “presa in considerazione e risolta dai funzionari competenti, come è consuetudine”.