Israele rilascia 770 prigionieri palestinesi

Ramallah – InfoPal. Ieri, le autorità d'occupazione israeliane hanno rilasciato 770 prigionieri palestinesi che hanno finito di scontare la pena.

Tre di essi avrebbero dovuto essere liberati un mese fa. 200 prigionieri di sicurezza* sono stati rilasciati dai vari centri di detenzione israeliani.

Tra i palestinesi liberati, anche il deputato palestinese Hassan Yousef, 56enne, che ha trascorso sei anni in una prigione israeliana. Il leader di Hamas a Ramallah era stato eletto al Consiglio legislativo (Clp) poco prima di essere arrestato da Israele.

La Rete europea per la difesa dei prigionieri palestinesi si è rivolta alla comunità internazionale perché “il rilascio di prigionieri palestinesi eseguito a un mese dalla scadenza delle condanne, venga perseguito legalmente, in qualto una violazione alle leggi internazionali”.

Tutti i prigionieri palestinesi liberati ieri dalle autorità d'occupazione israeliane, infatti, avevano finito di scontare la pena giorni fa, alcuni un mese fa. Noncurante delle disposizioni legali, Israele ha continuato a detenerli illegalmente.

“Anche questo è una dimostrazione della volontà di infliggere punizioni collettive ai prigionieri palestinesi, così come proposta dal premier israeliano Benjamin Netanyahu”.

Oltre a questo, da Oslo, la Rete denuncia altresì la pratica delle detenzioni amministrative (senz'accusa e propagabili ad oltranza, ndr), adottate anche nei confronti di detenuti in precarie condizioni di salute.

“I 6mila palestinesi che continuano a patire le peggiori sofferenze e umiliazioni nelle prigioni di Israele devono essere al centro delle politiche e dell'azione di istituzioni e di altre realtà internazionali”.

*Nota: Sono prigionieri di sicurezza i collaborazionisti, ovvero quei palestinesi che hanno avuto un contatto con le autorità d'occupazione per indebolire il fronte interno, come può essere la resistenza. Essi vengono catturati da Israele al fine di ricevere protezione (nei Territori palestinesi occupati infatti, sarebbero sottoposti al giustizialismo popolare, mentre non subirebbero una sorte diversa in base alla logica delle corti militari dell'Autorità palestinese, Anp). Nelle prigioni di Israele vengono tenuti separatamente dal resto dei detenuti. In tal modo Israele protegge le sue fonti d'informazione, spesso ne affina le capacità di spionaggio, in alcuni casi li confina in vere e proprie colonie che fungono da villaggi per i collaborazionisti.

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