Martedì, la Gaza Electricity Distribution Corporation ha dichiarato in un comunicato che i problemi alla rete elettrica al-Qubba stanno creando gravi effetti sul rifornimento elettrico della città, già carente da anni.
Nel comunicato si afferma che i tecnici gazawi avrebbero bisogno di entrare in territorio israeliano per riparare il guasto e hanno richiesto permessi speciali ai militari, che sono stati negati. Le autorità israeliane non lasciano entrare i tecnici e tanto meno la compagnia elettrica israeliana si è attivata per riparare il danno.
Gaza riceve energia elettrica dalla rete israeliana, da quella egiziana e da una stazione dentro Gaza. Tuttavia, tutte queste reti non sono sufficienti a far fronte ai bisogni della popolazione gazawi. Esse forniscono 230 MW di elettricità, mentre Gaza necessita da 350 a 450 MW.
Israele e l’Egitto mantengono un duro assedio da otto anni che ha gravemente colpito l’economia della Striscia, limitando l’import-export e il movimento delle persone.
Sebbene l’impianto elettrico di Gaza abbia un pontenziale di 140 MW non è in grado di produrre molto a causa delle restrizioni israeliane nel rifornimento di combustibile. L’estate scorsa l’impianto era stato colpito durante l’offensiva israeliana durata oltre 50 giorni, e reso totalmente fuori servizio. Le autorità per l’energia di Gaza dissero che i danni degli attacchi avevano bisogno di almeno un anno per essere riparati totalmente.
Gaza è soggetta a 12 ore di interruzione di corrente ogni giorno. Molte abitazioni hanno i propri generatori, ma funzionano con combustibile che è importato a prezzi molto alti.