Un’indagine condotta dall’organizzazione statunitense Human Rights Watch e da quella palestinese Ad-Dhameir ha rigettato l’accusa israeliana che ad aver condotto il massacro della famiglia Ghaliya, sulla spiaggia di Beit Lahiya, giovedì 8 giugno, siano stati gruppi palestinesi.
L’accusa di Israele è stata ripresa dai media anche in Europa – in Italia, tra gli altri quotidiani che hanno avvalorato la notizia, La Stampa ha pubblicato un articolo a firma di Fiamma Nirenstein http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/esteri/200606articoli/6407girata.asp che va contro ogni decenza giornalistica.
Questa rivendicazione israeliana è stata un tentativo di depistare l’opinione pubblica internazionale: tutti i report trasmessi dai mass media palestinesi dimostravano chiaramente che il massacro è stato causato solo dalle forze armate israeliane.
Lo Human Rights Watch ha rivolto un appello al Segretario Generale dell’Onu affinché dia vita a una commissione internazionale per proseguire le indagini. E ha chiesto che i responsabili della strage siano perseguiti e puniti, e che questo nuovo ed efferato crimine di guerra israeliano sia portato di fronte all’Alta Corte di Giustizia, all’Aia.
Lo Human Rights Watch ha dichiarato di aver studiato tutti i report sull’attacco contro la spiaggia attraverso i media israeliani e palestinesi: quelli palestinesi si basano su fatti e sui racconti dei testimoni, e sono in grado di sbugiardare le dichiarazioni di Israele.
(fonte: www.maannews.net)