Israele stanzia 190 milioni di dollari per falsificare la storia della Palestina

Al-Quds (Gerusalemme) – InfoPal. La Fondazione internazionale al-Quds ha rivelato che il governo israeliano ha stanziato 700 milioni di shekel (circa 190 milioni di dollari) per attuare ciò che il suo portavoce, Zvi Hauser, ha definito: ” la preservazione del  patrimonio storico dei nostri avi, che dimostra l’antica presenza ebraica in questa terra”.

In un comunicato stampa diramato sabato 16 febbraio, Hassan Khater, presidente della fondazione ha lanciato l’allarme sul progetto israeliano “che minaccia la storia palestinese, araba e musulmana di tutto il territorio, e espone ad un serio rischio tutti i luoghi e i monumenti religiosi e archeologici palestinesi, da Hebron a Negev”.

Khater ha chiesto un rapido intervento per contrastare questo attacco. Ha dichiarato: “Il governo israeliano si appresta ad avviare i lavori di restauro di circa 296 siti archeologici e storici, risalenti a diverse epoche storiche e distribuiti su tutto il territorio palestinese”.

Egli ha reso noto che il progetto in questione fu lanciato tre anni fa, tuttavia “siamo riusciti a contrastarlo, a suo tempo, organizzando una grande campagna mediatica a livello internazionale, e ciò costrinse le autorità di occupazione e sospenderne l’esecuzione”.

Khater ha affermato che “la decisione israeliana di rilanciare il progetto riflette la sua intenzione di colpire la storia, i monumenti e i luoghi santi palestinesi”, sottolineando che “Israele approfitta del fatto che i palestinesi siano occupati a risolvere le loro questioni interne, come lo stato di divisione e le soffocanti crisi finanziarie, per attaccare le nostre radici storiche e appropriarsene, con la falsificazione e l’inganno”.

Il presidente della fondazione ha spiegato che tra i monumenti minacciati figura la moschea di Ibrahim, a Hebron, la zona che gli israeliani chiamano Città di Davide, a sud della moschea di al-Aqsa, a Gerusalemme, oltre al Monte Herodion, a sud di Betlemme e molti altri siti, tra cui anche la Tomba di Giuseppe, a Nablus.

Khater ha esortato l’Autorità palestinese ad attivarsi velocemente per contrastare “questo complotto contro i siti storici palestinesi, e non aspettare l’avvio vero e proprio dei lavori”, invitandola a trarre beneficio dal nuovo status ottenuto dalla Palestina “per agire attraverso tutte le organizzazioni internazionali che si occupano della tutela del patrimonio e dei monumenti nel mondo, l’Unesco in testa”.