Israele taglia i fondi all’Unesco. ‘Abbas punta al Consiglio di Sicurezza tra le avversioni

An-Nasira (Nazareth) – Agenzie. Giunge la revoca dei finanziamenti all'Unesco anche da parte israeliana. Dopo Usa e Canada, anche lo Stato ebraico, coinvolto più degli altri nell'adesione della Palestina nell'Organizzazione internazionale, ha deciso di non sovvenzionare più l'Unesco. Il contributo israeliano ammonta a 2milioni di dollari all'anno.

Il portavoce Mark Regev ha dato la notizia aggiungendo che “Israele stornerà quelli stessi fondi a favore di progetti della stessa natura nella regione, ma realizzati da altre realtà”.

Regev ha ribadito il rifiuto del proprio governo ad accogliere la decisione Unesco, seppure derivante dalla volontà che 107 nazioni hanno espresso tramite un voto.

Gli Stati Uniti di Barak Obama ricorrono a due leggi americane risalenti rispettivamente al 1990 e al 1994 con le quali il Congresso è in grado di bloccare i finanziamenti alle agenzie Onu nell'eventualità in cui queste accolgano a pieno titolo la Palestina.

Da parte palestinese, il presidente dell'Autorità nazionale (Anp), Mahmoud 'Abbas, ha chiarito che “dopo l'Unesco, la sua leadership non sottoporrà altre mozioni alle singole agenzie Onu, ma punterà direttamente a chiedere la piena adesione dello Stato palestinese alle Nazioni Unite”, come aveva reso noto ufficialmente il 23 settembre scorso. 

Ora quindi resta lo scoglio del Consiglio di Sicurezza Onu dove gli Stati Uniti detengono il diritto di veto insieme a Francia, Gran Bretagna, Russia e Cina. Tra queste, in sede Unesco, l'America aveva votato contro l'adesione della Palestina, la Gran Bretagna si era astenuta, mentre le altre tre nazioni l'avevano sostenuta.

Secondo fonti israeliane, “l'ultima scelta palestinese è una conseguenza delle pressioni americane e israeliane di tagliare i fondi all'Anp”.

Già Israele aveva deciso sanzioni economiche contro l'Anp, punendola per aver chiesto alla comunità internazionale di riconoscere lo Stato palestinese. Così sono stati congelati i fondi generati dalle entrate fiscali che Israele deve trasferire all'Anp, circa cento milioni di dollari di introiti doganali.

I palestinesi hanno fatto sapere: “Se, pur avendo ricevuto le rassicurazioni dalla maggioranza del Consiglio di Sicurezza Onu, gli Usa opporranno il veto, invalidando quindi la nostra mozione e se continueranno a fare ostracismo insieme a Israele, allora cercheremo altri fori”.

In questo clima di ostilità alla politica palestinese, non sfuggono le recenti dichiarazioni del Segretario generale Onu, Ban Ki-moon, secondo le quali “il riconoscimento della membership della Palestina da parte delle agenzie Onu non porta benefici ai palestinesi, né ad altri”, ricordando che il taglio dei finanziamenti genererà solo disagi enormi a un popolo dipendente dagli aiuti esteri.

Agenzie:

Imemc

Pal-Info

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