In una dichiarazione resa pubblica mercoledì, Luay Akka ha riferito che il quattordicenne Suleiman Salem Al-Dibs è stato prelevato dalla sua abitazione nel campo rifugiati di Aida a Betlemme, nella parte meridionale della Cisgiordania occupata, il 18 settembre scorso.
Le forze israeliane hanno perquisito la casa del ragazzo alle 3 di notte, danneggiando la proprietà della famiglia. I militari hanno portato Suleiman all’esterno della casa, lo hanno sbattuto contro un muro e lo hanno aggredito, poi lo hanno ammanettato ben stretto, ha dichiarato Akka.
Secondo quanto riferito, anche durante gli interrogatori gli israeliani hanno continuato a picchiare il ragazzo, ad urlare contro di lui e a minacciarlo di arrestare anche il padre e la madre.
Suleiman ha raccontato ad Akka di aver subito ferite al volto e alla bocca e che non gli è stato fornito nessun trattamento medico nonostante sentisse molto dolore.
Lo stesso giorno in cui Suleiman è stato arrestato, un tribunale militare israeliano ha ufficializzato le accuse contro i tre minori palestinesi di Aida, un mese dopo il loro arresto, per presunto lancio di bottiglie Molotov e pietre contro i militari israeliani all’entrata del campo rifugiati di Aida, distretto meridionale di Betlemme, nella Cisgiordania occupata.
Secondo Human Rights Watch, vi è una percentuale del 99,4 % di condanne nei confronti dei Palestinesi processati nei tribunali militari israeliani.
Le organizzazioni per i diritti umani hanno inoltre ampiamente documentato gli abusi subiti dai bambini palestinesi da parte dei militari israeliani e le dure pratiche utilizzate negli interrogatori per obbligarli a confessare.
Defense for Children International in Palestina, ha detto che le loro indagini hanno rivelato che almeno i due terzi dei bambini palestinesi arrestati dai militari israeliani in Cisgiordania occupata hanno subito violenze fisiche in seguito al loro arresto.
Traduzione ai Aisha Tiziana Bravi