Israele uccide 4 Palestinesi in Cisgiordania

E.I. Di Maureen Clare Murphy. Mercoledì e giovedì le forze israeliane di occupazione hanno ucciso quattro Palestinesi in Cisgiordania, compresa la Città Vecchia a Gerusalemme. 

Un quinto palestinese, Khalil al-Adham, è deceduto giovedì a causa delle ferite riportate il sabato precedente quando le forze israeliane gli hanno sparato, nella zona settentrionale della Striscia di Gaza, come ha riferito il ministro della sanità nei Territori. 

Giovedì alcuni soldati israeliani sono rimasti feriti durante tre attacchi. 

I militari israeliani dicono che stanno dando la caccia ad un uomo armato che ha aperto il fuoco contro un gruppo di soldati nei paraggi di una colonia vicina a Ramallah, sede dell’Autorità Palestinese, nelle prime ore del giorno. Un soldato ha ricevuto cure in ospedale per lievi ferite al capo. 

Giovedì, prima dell’alba, un automobilista ha investito un gruppo di soldati a Gerusalemme Est, ferendone 12, tra cui uno in modo grave. Israele ha arrestato il presunto aggressore, un venticinquenne residente a Gerusalemme Est occupata, nella serata di giovedì. 

I soldati, appartenenti alla Brigata Golani, “si stavano recando a Gerusalemme per la cerimonia del giuramento mattutino al Muro Occidentale”, secondo quanto riferito dai media israeliani. 

Gli stessi militari della Brigata Golani che sui social media avevano incitato ad uccidere i Palestinesi e che sono sospettati di aver commesso crimini di guerra a Gaza. 

Nella serata di giovedì, un cittadino palestinese di Israele è stato ucciso dopo aver sparato contro agenti di frontiera israeliani all’esterno del complesso della moschea di al-Aqsa, nella Città Vecchia di Gerusalemme. 

I media israeliani hanno riferito che l’aggressore Palestinese rimasto ucciso  stato identificato come Shadi Banna, 45 anni, di Haifa. 

Le immagini della videocamera di sorveglianza diffuse da Israele mostrano Banna mentre si sta avvicinando ad un gruppo di agenti delle forze di polizia paramilitare contro le quali apre il fuoco con una pistola. 

Il video sembra mostrare l’attimo in cui Banna viene ucciso. Sta ancora scappando dal luogo della sparatoria, quando il fotogramma dell’accaduto si interrompe. 

La polizia israeliana ha dichiarato che un agente è rimasto lievemente ferito. 

Raid letale per la demolizione di una abitazione.

Nella mattinata di giovedì due Palestinesi, tra cui un agente di polizia, sono stati uccisi durante un raid israeliano per la demolizione di una casa nella città di Jenin, zona settentrionale della Cisgiordania. 

Le forze di occupazione hanno fatto un’incursione nella città allo scopo di demolire, per la seconda volta, un’abitazione appartenente alla famiglia di Ahmad Qanbaa, un Palestinese incarcerato da Israele per il suo presunto ruolo avuto in un attacco armato che ha ucciso un colono due anni fa. 

“L’esercito ha demolito per la prima volta la casa nel 2018, ma in seguito è stata ricostruita”, hanno riportato i media israeliani. 

Otto persone, tra cui due bambini, vivevano nell’edificio quando giovedì è stato raso al suolo, secondo il Palestinian Center for Human Rights (PCHR). 

A partire dalla fine del 2015, Israele ha incrementato la frequenza di demolizioni delle case di familiari di Palestinesi che sarebbero responsabili di aggressioni contro gli israeliani. 

Queste misure di punizione collettiva sono una violazione della Quarta Convenzione di Ginevra, che Israele ha ratificato. 

Il PCHR sottolinea inoltre il razzismo istituzionalizzato di Israele, dato che queste punizioni non vengono mai comminate alle famiglie di ebrei israeliani che abbiano aggredito dei Palestinesi. 

I Palestinesi si sono riuniti nel luogo dove avveniva la demolizione ed hanno affrontato le forze dell’occupazione. I militari hanno utilizzato proiettili veri e ricoperti di gomma, e gas lacrimogeni contro i manifestanti. 

Yazan Munthir Khalid Abu Tabikh, 19 anni, è stato colpito al petto ed ucciso immediatamente, come comunicato dal PCHR. 

Le foto di Abu Tabikh durante il pellegrinaggio alla Mecca sono state diffuse dai media palestinesi dopo la sua morte. 

Un video mostra l’uccisione del secondo Palestinese colpito a morte durante il raid. 

Le immagini mostrano Tariq Ahmad Luay Badwan, 24 anni, in piedi all’ingresso di una stazione di polizia, non rappresentando nessun pericolo per gli israeliani, che all’improvviso collassa. Colpito allo stomaco con proiettili, è morto più tardi in ospedale. 

Adolescente ucciso ad Hebron.

Il quarto Palestinese ucciso in Cisgiordania questa settimana, il sedicenne Muhammad Suleiman al-Haddad, è stato colpito ripetutamente al petto durante le proteste di mercoledì nella città di Hebron. 

Israele sostiene che al-Haddad avesse lanciato una bottiglia molotov contro i soldati. 

Il PCHR ha invece dichiarato che al-Haddad è stato ucciso da un cecchino dell’esercito israeliano appostato sopra un tetto, vicino al posto di blocco di Shuhada Street, a Hebron. 

“L’uccisione si è verificata durante una protesta organizzata da dozzine di giovani che lanciavano sassi [contro le forze di occupazione israeliane] e bruciavano pneumatici” ha ribadito l’associazione per i diritti umani. 

L’adolescente è stato il primo palestinese ucciso da martedì 28 gennaio, quando il presidente USA Donald Trump ha presentato il piano per il Medio Oriente. 

In Cisgiordania le forze israeliane hanno represso oltre 60 manifestazioni contro il piano di Trump, secondo il PCHR. 

“Si sono pertanto avute decine di civili colpiti o feriti da proiettili veri o ricoperti di gomma, oltre a molti altri [feriti] a causa delle inalazioni di gas lacrimogeni”, ha dichiarato l’associazione. 

Raid aerei e punizioni collettive a Gaza.

Nel frattempo, nelle prime ore di giovedì, Israele ha colpito anche quelli che definisce “avamposti di Hamas” a Gaza, dopo che, secondo quanto riferito, i Palestinesi dei Territori avrebbero lanciato colpi di mortaio e palloni incendiari verso Israele. 

Dopo i bombardamenti di Israele ed i colpi di mortaio e lanci di palloni incendiari da Gaza non si sono riscontrati feriti. 

In aggiunta, mercoledì Israele ha ridotto ulteriormente la zona di pesca consentita al largo delle coste di Gaza “alla luce del continuo lancio di razzi e di palloni incendiari”, come ha affermato il COGAT, l’apparato burocratico dell’occupazione militare israeliana. 

L’anno scorso Israele ha annunciato cambiamenti nell’accesso alle acque costiere di Gaza in ben 20 occasioni. Benjamin Netanyahu, il primo ministro di Israele, ha considerato l’industria della pesca di Gaza come “una leva per esercitare pressione” – frase usata dal quotidiano di Tel Aviv Haaretz – sui due milioni di Palestinesi che vivono nel territorio che si trova sottoposto ad un duro embargo fin dal 2007. 

Frequenti cambiamenti nelle restrizioni dei pescatori “causano intenzionalmente dei danni ad uno dei settori più vulnerabili ed importanti di Gaza in risposta ad azioni che nessuno può sostenere siano in alcun modo collegate ai pescatori della striscia”, ha affermato giovedì l’associazione per i diritti umani Gisha.

Traduzione per InfoPal di Aisha Tiziana Bravi