Beirut – PIC. Un recente documento di ricerca, pubblicato dalla Fondazione Internazionale al-Quds, ha concluso che la “prostrazione epica” che i coloni hanno recentemente eseguito presso la Moschea di al-Aqsa è un antico rituale talmudico che è stato recentemente riattivato, in particolare con l’obiettivo di ebraicizzare e cambiare l’identità islamica della moschea sulla base di precedenti insegnamenti biblici, utilizzando la religiosità come strumento di colonialismo e genocidio.
Secondo il documento intitolato “La prostrazione epica: l’invenzione coloniale dei rituali” di Ziyad Ebhais, ricercatore che si occupa degli affari di Gerusalemme, negli insegnamenti biblici esistono tre tipi di prostrazione: la prima si esegue piegandosi in piedi, la seconda appoggiando le ginocchia a terra e il viso sul pavimento, e la terza si esegue stendendo tutto il corpo a terra ed è nota come “prostrazione epica”, considerata la forma più grande di prostrazione.
Il documento sostiene che la prostrazione nella sua forma attuale, eseguita collettivamente da gruppi di coloni in qualsiasi momento dell’anno, è la creazione di un nuovo rituale che riguarda la Moschea di al-Aqsa come se fosse il presunto “Tempio di Salomone”, con l’obiettivo di cambiare l’identità islamica della moschea di al-Aqsa.
Traduzione per InfoPal di F.H.L.