Israele vieta al coordinatore del Comitato di Lotta Popolare di Bil'in di recarsi in Spagna

Bil'in – Bilin-village.org. Comitato Popolare Il 4 agosto 2010, alle ore 13.00 circa, Mohammed Khatib di Bil'in si è visto negare l'uscita dal paese per recarsi in Giordania, attraverso il ponte di Allenby. Khatib era diretto in Spagna via Amman, quando gli ufficiali di frontiera israeliani gli hanno impedito di attraversare il confine con la Giordania. Negare al leader della lotta popolare nonviolenta di recarsi all'estero è chiaramente un tentativo di mettere a tacere i palestinesi che parlano delle violazioni dei diritti umani commesse da Israele.

Questo non è il primo caso in cui Israele impedisce ai leader della lotta popolare di recarsi all'estero. Quest'anno, allo stesso confine, era stata negata l'uscita dal paese a Iyad Burnat, leader del Comitato Popolare di Bil'in, che stava recandosi in Europa via Amman. Burnat e sua figlia di cinque anni sono stati trattenuti al confine e, dopo ore di attesa, sono stati rimandati a Bil'in. In seguito, Burnat ha ottenuto un permesso per recarsi all'estero a condizione che non parli della situazione di Bil'in. Egli si trova adesso sotto minaccia di arresto se decidesse di parlare. Sia Khatib che Burnat erano provvisti di visti validi per i Paesi di destinazione ed avevano pianificato la loro partenza con mesi di anticipo. Ottenere un visto è, infatti, una lunga procedura, in quanto Israele vieta ai palestinesi l'accesso a Gerusalemme e, dunque, ai consolati.

È risaputo che l'attraversamento del confine per rientrare in Israele dopo una permanenza all'estero è un processo complicato e potenzialmente difficile. Nel 2009, Mohammed Othman è stato arrestato al confine giordano, di ritorno da un giro di conferenze in Norvegia. Othman è stato sottoposto a detenzione amministrativa per mesi, senza alcun processo, e considerato una “minaccia alla sicurezza”.

Mohammed Khatib e altri attivisti della lotta popolare possono raccontarci delle frequenti violazioni dei diritti umani, arresti e incursioni notturne effettuate dall'esercito, oltre al furto di terre palestinesi. Tutto questo rende la vita nei loro villaggi estremamente difficile. Poiché sempre più persone sono consapevoli della situazione in Palestina, Israele ha bisogno di trovare nuove strategie per mettere a tacere le loro voci; negare ai palestinesi la libertà di parola è una di queste.

Ieri sera, alle 22.00, Mohammed Khatib è tornato a Bil'in e ha riferito che la polizia di frontiera israeliana gli ha rifiutato l'accesso in Giordania adducendo il motivo che queste erano le istruzioni dello Shabak, il servizio di sicurezza israeliano. Dopo tre ore di attesa al confine, Khatib è dovuto rientrare a Bil'in. Egli ha dichiarato di essere in possesso di un valido permesso per recarsi all'estero, emanato ieri dalla corte israeliana. Tale permesso è stato ignorato dagli ufficiali di frontiera e questo testimonia, ancora una volta, che Israele non rispetta nemmeno il suo stesso sistema di legge.

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