“Israele vuole annettere un quarto blocco di insediamenti”

carlos latuff148Gerusalemme – Ma’an. Domenica 19 gennaio la radio dell’esercito israeliano ha annunciato che il premier Benjamin Netanyahu ha dichiarato al Segretario di Stato americano John Kerry di voler annettere un quarto blocco di insediamenti della Cisgiordania.

Fino ad ora Israele ha sempre espresso l’intenzione di annettere tre blocchi di insediamenti in un futuro accordo coi palestinesi: il blocco di Etzion a sud, quello di Maale Adumim ad est di Gerusalemme, e quello di Ariel a nord.

La radio ha riferito che Netanyahu ha proposto che Israele mantenga il possesso del gruppo degli insediamenti più interni della Cisgiordania, quelli di Beit El, di Ofra e Psagot, che si trovano a nord e ad est di Ramallah.

Un blocco è un’area in cui sono stati creati gruppi di insediamenti ognuno relativamente vicino all’altro, ed in cui attualmente vive la maggioranza dei 360 mila coloni della Cisgiordania.

Se Israele mantenesse il possesso del “Beit el Bloc” -riporta la radio- ciò significherebbe l’annessione del 13 per cento della Cisgiordania, vale a dire “una larghissima percentuale di territorio”.
“In sede di negoziazione Netanyahu parlerà del 13 per cento del territorio”, ha affermato Ilil Shahar, corrispondente della radio, citando fonti vicine al premier israeliano.

Durante i precedenti negoziati l’ex premier Ehud Barak aveva parlato nel 2001 di un’annessione da parte di Israele compresa tra il 6 e l’8 per cento, e nel 2008 Ehud Olmert aveva parlato del 7 per cento.
I palestinesi vogliono mantenere al minimo l’annessione israeliana delle terre che essi vogliono per un futuro stato.

L’ufficio di Netanyahu ha rifiutato ogni commento.

Shaul Ariel, esperto di mappatura del territorio e dei futuri confini israelo-palestinesi, ha definito la proposta non praticabile. “Se stiamo davvero parlando del 13 per cento, stiamo parlando allora di un’idea che non proviene dalla visione palestinese”, ha dichiarato alla radio. “Israele non ha la capacità di ricompensare i palestinesi a questo livello, il nostro potenziale di ricompensa non va oltre il 3 o il 4 per cento, e di certo l’idea di un pagamento è inaccettabile”

Alla fine di luglio Israele e i palestinesi si sono imbarcati in una serie di negoziati diretti, fortemente voluti dal Segretario di Stato americano John Kerry, che sembrano aver fatto pochi progressi. Attualmente l’obiettivo principale di Kerry è far si che le parti giungano ad un accordo quadro che possa guidare i negoziati nei prossimi mesi.

Nonostante il termine “blocco di insediamenti” venga da anni usato dai leader israeliani, i parametri di tali aree non sono mai stati definiti chiaramente.
Il termine è un eufemismo per quegli insediamenti che presumibilmente rientrano all’interno del “consenso” nazionale israeliano, così come per quelle aree che dovrebbero, come probabilmente accadrà, rimanere parte di Israele in un qualsiasi accordo di pace, come stabilito con Peace Now.

Traduzione di Salvatore Michele Di Carlo