Istruzione palestinese minacciata a Gerusalemme

Al-Quds occupata (Gerusalemme) – PIC. I professori vivono nella paura di veder gli occupanti israeliani accelerare il loro progetto di cambiamento dell’educazione nelle scuole palestinesi, incoraggiati dalla dichiarazione del presidente USA Donald Trump su Gerusalemme.

Sheikh Akrama Sabri, presidente del  Consiglio dei direttori delle scuole materne e delle scuole islamiche di Al-Aqsa, riferisce che le autorità di occupazione sionista hanno, in realtà, già cominciato a applicare i programmi israeliani in alcune scuole di Gerusalemme. I genitori vi si sono opposti, ma hanno paura che questo processo venga accelerato, soprattutto dopo la dichiarazione di Trump.

Violato il diritto all’educazione.

Le autorità di occupazione non hanno il diritto di imporre la loro cultura ai Palestinesi, conferma Sabri al corrispondente di PIC.

Tutti sanno che le minoranze ebraiche d’Europa godono di tutti i diritti nelle loro scuole private, mentre noi, nel nostro Paese, non possiamo godere dei nostri?

Sheikh Sabri ha condannato in maniera categorica l’intenzione degli Stati Uniti di modificare i programmi palestinesi: “Il presidente americano, dopo aver fatto la sua  dichiarazione, sta conducendo una vera e propria battaglia contro l’educazione e la cultura palestinesi, dimenticando che i programmi israeliani sono provocatori”.

Sabri rifiuta l’intromissione “flagrante” negli affari Palestinesi: “Non permetteremo a Trump di prendere decisioni arbitrarie su di noi. Non gli permetteremo di giocare con la nostra cultura e la nostra religione”.

Sheikh Sabri aveva già vietato, dalla prospettiva religiosa, l’applicazione dei programmi israeliani nella città di al-Quds e considera tutti i musulmani che mandano i loro figli in tali scuole dei “peccatori”.

Samir Jibril, direttore didattico nell’area gerosolimitana, invece, spera che ci siano “maggiori pressioni contro le misure israeliane sull’educazione palestinese che in questo momento stanno approfittando della decisione americana per imporre i programmi stranieri sulla cultura e sull’identità palestinesi”.

Una strategia di confronto.

“È importante applicare una strategia nuova – sottolinea-, per affrontare le pressioni israeliane e americane. È importante riunire tutta la società palestinese per fermare l’attacco israeliana”.

Le pressioni potrebbero essere una tecnica per screditare i programmi palestinesi e le sue chance di arrivare nelle università.

Samir Jibril ribadisce l’importanza di una posizione unica di tutti i Palestinesi per preservare l’educazione palestinese, la base dell’identità e della cultura palestinesi.

Traduzione di Chiara Parisi