Italia condannata per maltrattamenti e violazioni contro i profughi palestinesi

Roma – InfoPal. Dal nord-Europa, un gruppo per i diritti umani ha condannato le punizioni e la repressione messe in atto in Italia nei confronti dei profughi palestinesi presenti sul territorio calabro.

Lo stesso gruppo per i diritti umani – con sede in Svezia e in Norvegia e oltre 40 uffici sparsi nel mondo – si è rivolto al canale televisivo “Al-Jazeera” dove ha chiesto alle parti competenti di intervenire per perseguire legalmente i responsabili di queste violazioni ai loro diritti. Anche all'Alto Commissario per i rifugiati (Unhcr).

Dette violazioni nei confronti dei palestinesi giunti in territorio italiano dal campo profughi iracheno di at-Tanf sarebbero state rilevate sin dall'inizio del 2010.

Chiuso nel 2009, dal campo i palestinesi avrebbero dovuto essere distribuiti nei diversi paesi dell'Ue.
Nel 2010, in Italia ne arrivarono 170, ma subito cominciarono a subire ogni sorta di tormento.

Raccontano i dispacci del gruppo per i diritti umani: “La loro destinazione fu la Calabria, in gran parte furono sistemati a Riace, a poche decine di chilometri da Rosarno e roccaforte della 'Ndrangheta. Altri furono mandati a Caulonia.
In breve tempo, questi rifugiati palestinesi, in cerca di un riparo dall'occupazione americana dell'Iraq e dalla ritorsione dei commando iracheni, avrebbero dovuto trovare in Italia una protezione.

“Tuttavia, in Italia essi capitarono immediatamente nella morsa della mafia, dai quali membri sono stati sfruttati, pestati –  è accaduto anche davanti agli occhi della polizia – mentre le autorità municipali si sono rifiutate di intercedere per prendersene carico e liberarli dal giro mafioso. Questo nonostante i finanziamenti europei ricevuti per 5milioni di euro.

“Il capo della polizia locale si era rifiutato di far passare il medico legale quando Hassan Mohammed Ibrahim era stato rivenuto impiccato a un albero, con gli occhi cavati. La notizia sul suo ritrovamento era circolata secondo un'altra versione.

“Erano rimasti senza una risposta i pochi incontri con delegazioni del ministero dell'Interno.

“In Calabria, era scattata una sorta di guerra contro i palestinesi: erano state date precise istruzioni, e istituzioni, cittadini e ospedali erano stati incitati a non intrattenere relazioni con i palestinesi e a non riceverli negli ospedali. Inoltre, sono state raccontate storie di frequenti maltrattamenti e offese alle donne palestinesi del gruppo di profughi. A qualcuna era stato strappato il velo dal capo”.

A maggio scorso, il gruppo per diritti umani aveva deciso di metterli “al riparo dalla vulnerabilità nella quale vivevano in Italia”. Oltre a coloro che erano riusciti a fuggire dall'Italia, raggiungendo il nord-Europa, li aveva collocati in una località a sud della Svezia, in attesa di risolvere la questione con le autorità italiane secondo quando dispone la Convenzione di Dublino, per la quale, tuttavia, esiste la probabilità che questi rifugiati palestinesi debbano fare ritorno in Italia.

Inizialmente, i rifugiati palestinesi erano stati ben accolti dalle autorità e dalla popolazione calabra, come raccontano gli articoli che pubblichiamo qui di seguito:

http://www.stpauls.it/fc/1004fc/1004fc32.htm

http://www.vita.it/news/view/99373

http://www.jonianet.com/accoglienza-rifugiati-palestinesi-calabria.html

http://www.calabrianotizie.it/2010/05/04/jihad-in-calabria-da-gaza-a-baghad-poi-in-giordania-e-a-beirut-fino-allo-sbarco-sulle-coste-calabresi-e-il-centro-di-accoglienza-per-richiedenti-asilo-di-isola-capo-rizzuto-la-storia-di-un-ragaz/

(Fonti: Paltimes.net e Pal-Info)

Articoli correlati:

https://www.infopal.it/leggi.php?id=18381

Rifugiati palestinesi dalla Calabria alla Svezia:

http://www.unhcr.se/en/media/baltic-and-nordic-headlines/2011/july/26-27-july-2011.html

Palestinian refugees to be sent

 

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