Jenin, tre militanti della resistenza palestinese uccisi dalle truppe israeliane

Jenin-Ma’an e Quds Press. Sabato 22 marzo, all’alba, tre palestinesi sono stati uccisi e sette altri feriti durante scontri con le truppe israeliane che hanno assaltato il campo profughi di Jenin, nel nord della Cisgiordania. E’ quanto hanno dichiarato fonti della sicurezza palestinese

Un grande numero di soldati israeliani ha circondato una casa con all’interno diversi militanti palestinesi di tre fazioni della resistenza – Brigate al-Qassam, al-Aqsa e al-Quds -, nel campo profughi, prima di colpire l’edificio con una pioggia di proiettili. Aerei da ricognizione hanno sorvolato il cielo e bulldozer hanno accompagnato l’attacco.

I militanti hanno risposto al fuoco, ma tre di loro sono rimasti uccisi: si tratta di Hamza Abu al-Haija, 22 anni, Mahmoud Abu Zeina, 17 anni, Yazan Mahmoud Basim Jabarin, 22.

Le fonti hanno riferito che i soldati israeliani hanno attaccato la casa con fucili lancia-razzi Energa, quandor Abu al-Haija si è rifiutato di arrendersi.

Fonti locali e della sicurezza hanno affermato che Abu al-Haija era un leader di spicco delle Brigate al-Qassam, ala militare di Hamas, mentre Abu Zeina era affiliato alle Brigate al-Quds, del Jihad islamico.

Jabarin, 23 anni, era un membro delle Brigate al-Aqsa, ala militare di Fatah.

Quando le truppe israeliane si sono ritirate dal campo, decine di uomini sono accorsi nella casa, trovando, oltre ai morti, sette feriti: Mahmoud Kamil Abu Hashish, Rafat Said Ali Uweis, Muamin Abdullah Isam Nashrati, Hussein Abu Tabeikh e Qasam Mahmoud Jabarin.

Un comunicato di Hamas dichiara che all’inizio dell’attacco, erano scoppiati scontri tra le truppe israeliane e Abu al-Haija, che era barricato in casa di un amico, identificato come Hamza Ballas.

Gli altri due militanti sono stati colpiti a morte in scontri scoppiati con i soldati israeliani dopo che Abu al-Haija era stato ucciso.

I servizi di sicurezza dell’Autorità palestinese avevano arrestato Abu al-Haija diverse volte.

I media israeliani hanno riportato che l’operazione è stata condotta in collaborazione con l’esercito, lo Shin Bet e le “unità anti-terrorismo” della polizia, con l’intenzione di arrestare Abu al-Haija.