Un grande numero di soldati israeliani ha circondato una casa con all’interno diversi militanti palestinesi di tre fazioni della resistenza – Brigate al-Qassam, al-Aqsa e al-Quds -, nel campo profughi, prima di colpire l’edificio con una pioggia di proiettili. Aerei da ricognizione hanno sorvolato il cielo e bulldozer hanno accompagnato l’attacco.
I militanti hanno risposto al fuoco, ma tre di loro sono rimasti uccisi: si tratta di Hamza Abu al-Haija, 22 anni, Mahmoud Abu Zeina, 17 anni, Yazan Mahmoud Basim Jabarin, 22.
Le fonti hanno riferito che i soldati israeliani hanno attaccato la casa con fucili lancia-razzi Energa, quandor Abu al-Haija si è rifiutato di arrendersi.
Fonti locali e della sicurezza hanno affermato che Abu al-Haija era un leader di spicco delle Brigate al-Qassam, ala militare di Hamas, mentre Abu Zeina era affiliato alle Brigate al-Quds, del Jihad islamico.
Jabarin, 23 anni, era un membro delle Brigate al-Aqsa, ala militare di Fatah.
Quando le truppe israeliane si sono ritirate dal campo, decine di uomini sono accorsi nella casa, trovando, oltre ai morti, sette feriti: Mahmoud Kamil Abu Hashish, Rafat Said Ali Uweis, Muamin Abdullah Isam Nashrati, Hussein Abu Tabeikh e Qasam Mahmoud Jabarin.
Un comunicato di Hamas dichiara che all’inizio dell’attacco, erano scoppiati scontri tra le truppe israeliane e Abu al-Haija, che era barricato in casa di un amico, identificato come Hamza Ballas.
Gli altri due militanti sono stati colpiti a morte in scontri scoppiati con i soldati israeliani dopo che Abu al-Haija era stato ucciso.
I servizi di sicurezza dell’Autorità palestinese avevano arrestato Abu al-Haija diverse volte.
I media israeliani hanno riportato che l’operazione è stata condotta in collaborazione con l’esercito, lo Shin Bet e le “unità anti-terrorismo” della polizia, con l’intenzione di arrestare Abu al-Haija.