Jihad Islamico: la campagna contro i nostri dirigenti non ci fermerà

Al -Khalil (Hebron) – InfoPal. Il Movimento del Jihad Islamico in Palestina ha ritenuto le autorità di occupazione israeliane pienamente responsabili per la vita e l’incolumità dei suoi quadri e dirigenti, arrestati nella mattinata di lunedì 11 marzo, da diverse parti di Hebron (sud della Cisgiordania), insieme agli ex detenuti, impegnati a sostenere i prigionieri palestinesi nelle carceri israeliane, in lotta per difendere la propria dignità con l’arma dello stomaco vuoto.

In un comunicato stampa diramato lunedì, il Jihad Islamico ha sottolineato che la campagna israeliana contro i propri quadri e dirigenti non scoraggerà il movimento dall’assolvere il proprio dovere religioso, morale e patriottico, quello di sostenere i detenuti dietro alle sbarre”.

Il movimento ha anche ribadito le proprie prerogative: difendere la coesione del fronte interno e tutelare il tessuto sociale palestinese. Ha quindi espresso la propria sorpresa sulla tempistica degli arresti effettuati dall’apparato di sicurezza dell’Autorità palestinese, Anp, contro i suoi quadri e sostenitori, avvenuti in concomitanza con la campagna dell’occupazione israeliana, riferendosi all’arresto di Mohammed al-Bayed, dal campo profughi di al-Jalazoun, a Ramallah, e la convocazione di alcuni ex detenuti, membri del movimento, residenti nelle cittadine di Qabatia e Sanur, a Jenin, nelle sedi del servizio di sicurezza generale.

Il movimento ha dichiarato che “le campagne di arresti sono volte a frenare la rivolta popolare palestinese, motivo di preoccupazione per gli ufficiali dell’occupazione ancor prima dei suoi politici”. Il Jihad Islamico ha infine invitato il popolo della Cisgiordania a proseguire la propria sollevazione e innescare la scintilla dell’intifada, per sostenere al-Aqsa e i detenuti palestinesi.