Jihad islamico: la resistenza in Cisgiordania tra l’incudine dell’occupazione e il martello dell’Anp

Al-Khalil (Hebron) –Quds Press. Il movimento del Jihad islamico in Palestina ha denunciato la campagna di arresti effettuata dall’Autorità palestinese, Anp, nei confronti dei quadri del movimento. La campagna in oggetto arriva in concomitanza con un’ondata di arresti effettuati dalle forze di occupazione israeliane, sempre ai danni dei membri del movimento, nella città occupata di Hebron, a sud della Cisgiordania. 

In un comunicato stampa diramato mercoledì 31 ottobre, il leader del Jihad Islamico Ahmed al-Mudallal, ha affermato che la decisione del popolo palestinese di accogliere la resistenza come scelta strategia non è andata giù agli israeliani. Di conseguenza hanno avviato delle campagne di arresti contro quadri e membri del movimento islamico, il tutto con l’accordo e la cooperazione dell’Anp. Egli ha sottolineato che in questo momento, i membri del suo movimento si trovano tra “l’incudine dell’occupazione israeliana e il martello delle forze di sicurezza dell’Anp”. 

Al-Mudallal ha espresso l’indignazione del suo movimento per il ruolo che l’Anp sta svolgendo per conto degli israeliani, di fatto, nello stesso momento in cui la moschea di al-Aqsa sta affrontando dei seri rischi, e mentre il popolo palestinese residente in Cisgiordania sta subendo gli abusi dei coloni, le forze di sicurezza dell’Anp perseguitao i combattenti palestinesi, anziché alzar la voce contro le misure intraprese dall’occupazione israeliana. 

Il leader del Jihad ha esortato a “porre fine agli inutili negoziati che non hanno portato alcun successo alla causa palestinese, anzi, essi hanno messo i palestinesi in una situazione umiliante”. 

Al-Mudallal si è appellato all’Autorità di Ramallah perché liberi le mani della resistenza in Cisgiordania e ponga fine agli arresti a sfondo politico. Sottolineando che “la resistenza è l’unico modo per frenare l’aggressione sionista e ottenere i diritti del popolo palestinese”.