Jimmy Carter avverte l’Egitto: siete sull’orlo del precipizio

The Guardian. L’ex-presidente americano Jimmy Carter ha avvertito l’Egitto che la sua transizione verso la democrazia, dopo anni di agitazione politica, è incerta, di fronte alle elezioni presidenziali a fine di questo mese. 
Il Carter Center non invierà osservatori per le elezioni egiziane del 26 e 27 di maggio, che molti credono che saranno vinte dal Field Marshal Abdel Fatah al-Sisi, a seguito della deposizione del presidente Mohamed Morsi, l’anno scorso. Tuttavia, il centro invierà un piccolo gruppo di esperti. 
In una dichiarazione rilasciata venerdì 16 maggio, il Carter Center ha avvertito che “la transizione politica egiziana è in stallo ed è sul precipizio di un capovolgimento totale”, aggiungendo che la caduta di Morsi ha approfondito il caos politico del Paese. 
Il governo ad interim egiziano appoggiato dai militari ha dichiarato che la Fratellanza Musulmana di Morsi è un’organizzazione terroristica, mentre centinaia dei suoi seguaci sono stati uccisi e migliaia, arrestati. 
“Sono gravemente preoccupato dal fatto che la transizione politica egiziana stia vacillando”, ha affermato Carter nella dichiarazione.
Durante le elezioni, al-Sisi affronterà Hamdeen Sabahi, di sinistra, ma la sua vittoria sembra assicurata, poiché sta cavalcando un’onda di fervore nazionalistico. Una coalizione diretta dalla Fratellanza ha dichiarato che boicotterà le elezioni. Circa 210 mila espatriati hanno votato in ambasciate e consolati nel mondo, e le elezioni saranno prolungate di un quinto giorno, secondo quanto affermato sabato dal comitato elettorale guidato da Abdel-Aziz Salman.
Carter ha anche invitato il prossimo presidente egiziano a prendere subito misure per incoraggiare il dialogo e una stabilità politica per “assicurarsi che l’intero spettro della società egiziana possa partecipare significativamente a livello politico”. 
Il Carter Center è stato tra gli osservatori delle elezioni parlamentari e le presidenziali, nel 2012, che hanno visto Morsi salire al potere come primo presidente liberamente eletto del Paese. Tuttavia, l’organizzazione no-profit con sede a Atlanta non ha inviato degli osservatori per le ultime due elezioni egiziane, entrambe sulla (riforma) Costituzione. E ha citato il ritardo da parte del governo, del rilascio di regolamenti di monitoraggio come motivo per il mancato controllo del voto costituzionale sotto Morsi.
L’Unione Europea ha annunciato, sabato 17 maggio, che i suoi osservatori controlleranno solamente i seggi elettorali al Cairo, in quanto le sue richieste di monitorare in altri luoghi non sono state soddisfatte. 
Come presidente, Carter ha supervisionato i negoziati negli anni ’70, che hanno portato Israele e l’Egitto a firmare trattati di pace di lunga durata, a seguito di varie guerre.  Il Centro, che egli ha istituito con sua moglie, ha monitorato strettamente l’Egitto dalle rivolte contro Hosni Mubarak, nel 2011. 
Traduzione di F.H.L