Jimmy Carter minimizza l’influenza degli Stati Uniti su Israele e Palestina

PressTv. “L’America ha un’influenza pari a zero, ora, su entrambi le parti e in effetti si è chiuso il nostro impegno ad essere il negoziatore principale”, ha affermato Carter durante un incontro a Gerusalemme est con un gruppo di ex leader mondiali, lunedì 22 ottobre.

Carter ha ribadito che la mancanza di influenza di Washington su Israele ha incoraggiato Tel Aviv a “fare ciò che vuole” liberamente, spingendo il premier israeliano Benjamin Netanyahu a ampliare la costruzione di insediamenti nei territori occupati.

Carter, che non filtra la propria critica contro le espansioni politiche di Netanyahu, ha detto che il premier israeliano sta  seriamente cercando di conquistare “tutta la Cisgiordania”.

“E, naturalmente, se gli Stati Uniti si ritirano, questo lascia a Israele mano libera per fare ciò che vuole”, ha spiegato, descrivendo ciò come una “delusione molto grave”.

Domenica, il premier israeliano Netanyahu aveva affermato che la costruzione degli insediamenti nella Gerusalemme Est sarebbe continuata.

Il 19 maggio, Israele annunciò l’intenzione di espandere i progetti d’insediamento in Cisgiordania, nonostante gli appelli internazionali per fermare le costruzioni illegali.

La disapprovazione di Carter per l’amministrazione del presidente degli Stati Uniti Barack Obama è nata durante la campagna per le elezioni presidenziali e gli sforzi per garantire un secondo mandato.

La comunità internazionale considera tutti gli insediamenti israeliani in Cisgiordania illegali secondo il diritto internazionale.

Circa 500mila israeliani vivono in più di 100 insediamenti costruiti dopo l’occupazione della Cisgiordania e di Gerusalemme est, nel 1967.

Gli Stati Uniti sono il fedele alleato di Israele e hanno già posto il veto a quasi tutte le risoluzioni anti-israeliane.