Jonathan Cook: qualsiasi cosa affermi Israele, Hamas non è l’ISIS

hamasGAZA-PICIl giornalista inglese Jonathan Cook ha criticato il premier israeliano Benjamin Netanyahu per aver equiparato Hamas al gruppo terrorista ISIS, affermando che Hamas è un movimento moderato, di liberazione.

“La rappresentazione di Hamas e dell’ISIS (o Stato Islamico) di Netanyahu, come rami dello stesso albero velenoso è una distorsione della verità”, ha dichiarato Cook in un articolo riportato mercoledì sul suo sito.

“I due gruppi hanno, infatti, progetti politici completamente opposti. L’ISIS vuole ritornare ad una ipotetica era di governo puramente Islamico, il Califfato, nel quale tutti i Musulmani siano soggetti alla legge di Dio (shari’ah). Dato che oggigiorno i Musulmani si trovano in ogni angolo della terra, questo discorso implica che fondamentalmente l’ISIS vuole dominare il mondo”, ha spiegato.

“Gli obiettivi di Hamas sono decisamente più modesti. E’ nato e continua ad essere un ‘movimento di liberazione nazionale’ che cerca di creare uno Stato palestinese. I suoi membri possono non essere d’accordo sui limiti territoriali dello Stato, ma anche il più ambizioso di loro non si aspetta niente di più che gli storici confini della Palestina che esisteva qualche decennio fa”, ha aggiunto il giornalista.

L’ISIS mira invece a spazzare via la Palestina e ogni altro stato arabo della regione.

Il giornalista continua: “L’ISIS ha ucciso Foley, vestito con la divisa arancione in stile Guantanamo, per puro spettacolo – un messaggio aggressivo al mondo della sua agenda minacciosa. La crudeltà di Gamas è diretta verso coloro, in Gaza, che collaborano con Israele, minando ogni speranza di liberazione dall’occupazione israeliana.

“Le esecuzioni extra-giudiziarie dei collaboratori possono sembrare brutte, ma hanno una lunga tradizione tra i movimenti di resistenza che combattono guerre asimmetriche. I militanti tra i rivoluzionari marxisti dell’America Latina e i Cattolici nazionalisti in Irlanda, così come la resistenza degli Alleati all’Europa nazista e i gruppi clandestini ebraici contro gli inglesi in Palestina, non hanno avuto neppure un musulmano nei loro ranghi, ma hanno brutalmente punito chi li ha traditi”

Egli ha spiegato che l’ISIS ha conquistato velocemente vaste zone dell’Iraq e della Siria in una campagna feroce e senza compromessi contro chiunque rifiutasse la loro particolare interpretazione dell’Islam, mentre Hamas, come movimento di resistenza politica, si è dimostrato sia pragmatico che responsabile nei confronti del popolo palestinese.

“Esso (Hamas) ha vinto le ultime elezioni nazionali, nel 2006, e dopo la sua recente guerra contro Israele, a Gaza, è di gran lunga il movimento palestinese più popolare. Nonostante sia al potere a Gaza da otto anni, non ha applicato la shari’ah e nemmeno attaccato l’enclave dei Cristiani. Ha invece formato recentemente un governo di unità con i suoi rivali politici di Fatah”.

“Il leader di Hamas, Khaled Meshal, si è unito a Mahmoud Abbas, il leader dell’Autorità Palestinese, chiedendo la minor riduzione possibile del territorio palestinese, all’interno dei confini del 1967. L’ala di estrema destra fondamentalista di Netanyahu è composta da coloro che si rifiutano di negoziare sia con Hamas sia con Abbas”, ha osservato Cook.

“Ponendo sullo stesso piano un movimento di resistenza popolare come Hamas e l’ISIS, Netanyahu ha considerato tutti i Palestinesi come estremisti islamici assetati di sangue. E qui raggiungiamo il vero obiettivo di Israele che è equiparare i due gruppi”.

Ha inoltre sottolineato il fatto che il paragone di Netayahu è simile a quello fatto da Ariel Sharon quando, dopo l’attacco agli Stati Uniti dell’11/9, accusò il defunto presidente palestinese Yasser Arafat di essere stato un leader di al-Qaeda.

“Gli ufficiali dell’intelligence israeliana hanno anche definito la distruzione delle Twin Towers un ‘miracolo Hanukkah’, un punto di vista riecheggiato da Netanyahu anni più tardi quando descrisse l’attacco come positivo, aggiungendo che aveva ‘smosso l’opinione pubblica americana in nostro favore’”, ha affermato il giornalista britannico.

“Sharon si dilettava nel definire Arafat il capo di una ‘infrastruttura del terrore’, giustificando così l’annientamento sul nascere della seconda Intifada. Allo stesso modo, gli sforzi di Netanyahu sono rivolti a gettare discredito su tutti, non solo sulla molteplicità di Musulmani della resistenza palestinese contro l’occupazione israeliana. Egli spera di essere il partner silenzioso della nuova coalizione di Barack Obama contro l’ISIS”, ha rimarcato.

Traduzione di Aisha Tiziana Bravi