Jumana, l’italo-palestinese ad Amatrice tra i soccorritori

14112149_10209208769789901_347175273_nDi Jumanah al-Helu da Amatrice. Sono una ragazza italiana di origine palestinese ed ho 17 anni. Mercoledì 24 agosto 2016 sono stata con altri ragazzi ad Amatrice in provincia di Rieti per vedere la situazione com’è diventata dopo il terribile terremoto.

La città è completamente distrutta e questo mi rattrista perché ci sono state molte vittime, tra cui parecchi bambini. Innanzitutto, da essere umano, secondo da cittadina italiana e terzo da musulmana è un mio dovere aiutare il mio popolo italiano. C’erano i vigili del fuoco, la protezione civile e altri soccorritori che stavano cercando le persone disperse tra le macerie. Quando io stavo lì ero testimone di un episodio che mi ha colpito. C’era una palazzina crollata, ma il piano terra era rimasto in piedi e circondato da macerie; all’interno c’era una bambina di 11 anni che mandava dei messaggi ai vigili del fuoco perché la tirassero fuori. Tuttavia il telefono dopo un po’ si è scaricato e i vigili non sapevano se la bambina fosse ancora viva. Hanno iniziato subito a scavare e dopo qualche ora ci è giunta la bella notizia: la bambina era ancora viva, grazie a Dio, e l’hanno portata immediatamente in ospedale con l’ambulanza.

Mentre stavamo camminando per tornare indietro, invece, ho visto una signora seduta davanti a casa sua, in stato di shock. Mi ha detto: “Guarda cos’ha fatto il terremoto in qualche secondo”, indicando con le lacrime agli occhi l’abitazione distrutta. Mi sono venuti i brividi. Pensiamo che queste tragedie siano così lontane da noi, quando invece sono così vicine che potrebbero capitarci in qualsiasi momento. Dobbiamo essere solidali con queste persone che ora non hanno più nulla e dare loro una mano nel modo migliore.

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