Kerry mette in guardia sulla realtà di un unico stato e sulla “costante occupazione”

355335CBetlemme-Ma’anIl segretario di stato americano John Kerry ha apertamente denunciato la politica coloniale israeliana, durante un discorso che ha tenuto mercoledì 28 dicembre, in quanto mina la strada verso la soluzione dei due stati, mettendo in guardia a proposito della realtà di un unico stato e della “costante occupazione”.

“Lo status quo sta portando verso uno stato e una costante occupazione”, ha dichiarato Kerry. “La verità è che i problemi sul terreno – violenza, terrorismo, istigazione, espansione delle colonie, e l’occupazione che pare senza fine – si sono uniti per distruggere ogni speranza di pace da entrambe le parti e rafforzano sempre più la realtà di un unico stato che la maggior parte della gente non vuole veramente”.

“Se la scelta è quella di un solo stato, Israele può essere o ebraico o democratico, ma non può essere entrambi”.

In quello che viene considerato da molti come il discorso più duro tenuto durante l’amministrazione Obama sulla costruzione delle colonie illegali israeliane nei territori palestinesi occupati, Kerry ha riaffermato il suo appoggio per la soluzione dei due stati basata su uno stato israeliano ed uno palestinese, lungo i confini del 1967, con Gerusalemme capitale dei due stati.

In risposta alle rivendicazioni presentate da Israele secondo le quali le colonie non sono un ostacolo alla pace, confrontando gli israeliani ebrei che risiedono nella Cisgiordania occupata in violazione delle leggi internazionali, ed i Palestinesi che vivono in Israele, Kerry ha detto che la discussione “manca di un punto essenziale: gli arabi israeliani sono cittadini di Israele, soggetti alle leggi israeliane. Qualcuno crede veramente che i coloni saranno propensi a sottomettersi alla legge palestinese in Palestina?”

Ha criticato anche i sostenitori di una realtà nella quale i coloni potrebbero restare cittadini israeliani sotto protezione dell’esercito israeliano – come accade ora – isolando quindi le zone palestinesi in enclavi non confinanti tra loro – come sono attualmente – rendendo pertanto impraticabile uno stato palestinese.

“Una colonia non è soltanto il terreno sul quale si trova, è anche tutto quel che la sua posizione provoca al movimento delle persone, quel che impedisce ad una strada di essere collegata con altre, quel che provoca al senso dello stato man mano che vengono costruite nuove colonie. Nessuno che pensi seriamente alla pace può ignorare la realtà della minaccia che le colonie costituiscono nei confronti della pace”.

Kerry ha criticato Netanyahu per aver dichiarato pubblicamente di sostenere la soluzione dei due stati, mentre il suo governo si è spostato ancora di più verso destra e visto che un discreto numero di ministri e parlamentari israeliani hanno richiesto la completa annessione della Cisgiordania occupata.

“La sua attuale coalizione è quella più a destra di tutta la storia di Israele, con un ordine del giorno che viene dettato dai suoi elementi più estremisti”, ha dichiarato Kerry. “Il risultato è che le politiche di questo governo – che anche il primo ministro stesso ha recentemente descritto come ‘il più impegnato sul tema delle colonie di tutta la storia di Israele’ – stanno portando nella direzione opposta, cioè verso un solo stato”.

Il discorso di Kerry giunge alcuni giorni dopo che gli Usa si sono astenuti dal voto durante la votazione su una risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’ONU che condannava gli insediamenti israeliani e riaffermava la loro illegalita’ secondo il diritto internazionale.

Ha difeso la decisione degli Usa di non porre il veto contro la risoluzione, sottolineando che “potenzialmente ogni paese nel mondo, che non sia Israele, si oppone alle colonie”, compresi “molti amici di Israele – tra cui il Regno Unito, la Francia e la Russia – i quali hanno tutti votato a favore della risoluzione sulle colonie nel 2011 ed anche quest’anno, assieme ad ogni altro membro del Consiglio”. Gli Usa hanno utilizzato il diritto di veto per bloccare la risoluzione del 2011.

“Infatti questa risoluzione riafferma semplicemente le dichiarazioni effettuate dal Consiglio di Sicurezza sulla legalità delle colonie nell’arco di diversi decenni, non è che apra un discorso nuovo”.

Kerry ha anche difeso il primato dell’amministrazione Obama nel sostenere Israele.

Nonostante il governo statunitense a guida Barack Obama abbia periodicamente condannato l’espansione delle colonie israeliane, i funzionari degli Usa devono ancora intraprendere una qualsiasi azione concreta per porre fine alle costruzioni di colonie ed hanno invece involontariamente incoraggiato l’iniziativa attraverso la costante inazione contro le violazioni israeliane del diritto internazionale e continuando a sostenere il governo israeliano attraverso ingenti aiuti militari.

“Nessuna amministrazione americana ha fatto di più per la sicurezza di Israele che Barack Obama. Lo stesso primo ministro israeliano ha evidenziato una cooperazione militare e di intelligence senza precedenti”, ha affermato Kerry.

Egli ha inoltre messo in discussione la democrazia degli Usa per aver continuato ad appoggiare le politiche israeliane: “Come può Israele conciliare l’occupazione permanente con i suoi ideali democratici? Come possono continuare gli Stati Uniti a difendere ciò ed essere ancora all’altezza dei propri ideali democratici? Nessuno ha mai fornito delle buone risposte a queste domande perché non ve ne sono”.

Dopo il discorso, il segretario generale dell’OLP, Saeb Erekat, ha pubblicato una dichiarazione per conto del presidente palestinese Mahmoud Abbas che dice: “Nel momento che il governo israeliano acconsentirà a cessare tutte le attività coloniali, comprese quelle all’interno ed attorno a Gerusalemme Est occupata, e accetterà di attuare gli accordi sottoscritti sulla base della reciprocità, la leadership palestinese sarà pronta a riprendere i negoziati sullo status permanente sulla base del diritto internazionale e delle relative risoluzioni sulla legalità, compresa la UNSC 2334, in un lasso di tempo specifico”.

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha reagito a questo discorso con indignazione e “profondo disappunto”, dicendo che “gli israeliani non hanno bisogno di lezioni sulla importanza della pace da parte dei leader stranieri”.

Netanyahu ha definito il discorso “non equilibrato” ed “ossessivamente concentrato” sulle colonie, accusando Kerry di aderire “almeno a parole ,alla incessante campagna di terrorismo palestinese” contro Israele.

In precedenza il presidente eletto degli Usa, Donald Trump, aveva twittato supportando Israele, dicendo che non avrebbe permesso che potesse essere trattato con “disprezzo e in modo irrispettoso”, e sollecitava Israele perché “resista” fino a quando egli assumerà l’incarico il prossimo mese.

Gli Usa hanno indirizzato la maggior parte dei loro sforzi verso i negoziati di pace, tutti falliti al termine di una occupazione militare israeliana decennale, o verso la creazione di uno stato confinante palestinese indipendente. Intanto, molti attivisti palestinesi hanno criticato la soluzione dei due stati definendola insostenibile e poiché probabilmente non porterà a una pace duratura, proponendo invece uno stato binazionale con uguali diritti per israeliani e palestinesi.

 

Traduzione di Aisha Tiziana Bravi