Gaza-PIC. Sono passati più di 100 giorni dalla fine dell’offensiva di Israele su Gaza della scorsa estate, ma il processo di ricostruzione si trascina ancora, ha dichiarato il parlamentare palestinese Jamal al-Khudari, a capo del Comitato Pubblico contro il blocco di Gaza.
In una dichiarazione di mercoledì, Khudari ha sottolineato che Israele si rifiuta di consentire l’ingresso di materiale da costruzione necessario per la ricostruzione di Gaza attraverso i suoi valichi di frontiera. Ha aggiunto che vengono autorizzati solo quantitativi molto limitati, che vengono usati come propaganda mediatica.
La ricostruzione di Gaza può essere raggiunta solo con l’apertura dei valichi di confine sotto il controllo israeliano e il consenso di un passaggio sicuro tra Gaza e la Cisgiordania, ha sottolineato.
L’apertura di tutti i valichi di frontiera è una richiesta palestinese irrinunciabile, ha aggiunto, sottolineando che il solo valico di Karem Abu Salem non può soddisfare le urgenti necessità della Striscia.
Khudari ha sottolineato che le decisioni prese alla conferenza sulla ricostruzione di Gaza al Cairo rimangono completamente sotto il controllo di Israele, invitando i paesi donatori ad adottare misure definitive per accelerare la ricostruzione.
Il 90 per cento degli abitanti di Gaza vive in povertà, mentre il 65% di loro è disoccupato a causa delle ripetute aggressioni israeliane e dell’assedio della Striscia, ha spiegato il parlamentare, che ha esortato la comunità internazionale a far pressione su Israele in quanto viola la Quarta Convenzione di Ginevra e la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo.
Ha evidenziato la necessità di unire gli sforzi palestinesi, arabi e islamici per ripristinare i diritti legittimi dei Palestinesi.
Tra luglio e agosto di quest’anno, Israele effettuò un attacco feroce su Gaza durato 51 giorni, che causò oltre 2.000 martiri, 11.000 feriti e 100.000 senzatetto.
Traduzione di Edy Meroli