L’occupazione riprende il controllo del valico di Rafah (l’unico passaggio della Striscia di Gaza verso l’esterno).

Da www.aljazeera.net

 

L’esercito di occupazione israeliana ha ripreso il controllo del valico di frontiera che collega Gaza con l’Egitto, per la prima volta da quando, un anno fa, ha ritirato i soldati e le colonie dalla Striscia.

 

Fonti della sicurezza palestinese hanno riferito che una forza israeliana è penetrata nella zona di frontiera, a Rafah, e ha ucciso due attivisti di Hamas. Ieri sera, truppe appoggiate da carrarmati e unità di terra hanno ripreso possesso del valico di frontiera che collega Gaza con l’Egitto.

L’accaduto è stato ammesso da fonti militari israeliane: un portavoce ha dichiarato che le forze israeliane hanno allargato lo spazio delle loro operazioni nel sud di Gaza alla ricerca di gallerie utilizzate per far entrare armi dall’Egitto.

Il portavoce dell’esercito israeliano, Nuh Mair, ha affermato che Israele continuerà le operazioni “finché è necessario per fermare l’entrata di armi come fucili, esplosivi e missili anticarro”.

Questa dichiarazione contraddice la conferma del presidente del governo israeliano Ehud Olmert a Mosca secondo cui l’operazione israeliana denominata “Uomo della pioggia” è delimitata e non ha l’obiettivo di “ritornare a stabilirsi a Gaza”.

 

Ieri sera, a sua volta, il nord della Striscia di Gaza è stato obiettivo di un’operazione di invasione israeliana in cui sono stati usati anche i carrarmati. Sono stati uccisi due attivisti palestinesi del villaggio di Beit Hanun e Jabaliya. 

 

Il governo e il referendum

Politicamente, il governo palestinese ha dichiarato che qualsiasi referendum indetto dal presidente Mahmud Abbas sul futuro dell’esecutivo guidato da Hamas sarà come considerato un golpe contro la legalità.

Durante una conferenza stampa al Cairo, il ministro degli Interni Said Siyam ha sottolineato: “Noi rifiutiamo di fare del referendum il mezzo per impaurire la gente”.

Nell’ultima tappa all’interno di un viaggio che ha compreso la Siria e l’Iran, Siyam ha aggiunto: “Il presidente Mahmud Abbas ha poteri che potrà utilizzare nei limiti della legge”.

E ha confermato di aver incontrato il Segretario generale della Lega Araba, Amro Musa, e il presidente dei servizi segreti egiziani Omar Sleman. Dall’incontro è emerso che non ci sono nuove proposte “serie” per lo scambio tra il soldato israeliano sequestrato e i prigionieri palestinesi.

 

Sullo stesso argomento, il portavoce del governo, Ghazi Hamad, ha fatto sapere che la scelta migliore per uscire dalla crisi rimane la formazione di un governo di unità nazionale che comprenda personalità politiche accanto a indipendenti e professionisti. 

 

Iniziativa Egiziana

In un’intervista ad Al-Jazeera, il portavoce del gruppo parlamentare di Hamas, Al-Bardawil, ha dichiarato che nei prossimi giorni ci sarà un incontro tra Hamas e Al-Fatah, al Cairo, con la partecipazione siriana ed europea, per discutere la nuova iniziativa egiziana che trova attualmente il consenso dei due movimenti.

E ha aggiunto che l’iniziativa comprende la formazione di un governo di unità nazionale, accanto al rilascio del soldato israeliano Jilad Shalit.

 

Sullo stesso argomento, il segretario di Al-Fatah, Faruq Al-Qaddumi, ha dichiarato che la formazione di un governo di unità nazionale è la risposta alla crisi in cui stanno vivendo i territori palestinesi.

E ha smentito la voce sullo spostamento dell’incontro del Comitato centrale di Al-Fatah ad Amman a causa di divergenze tra lui e il presidente Abbas.

Queste dichiarazioni sono arrivate a seguito di quelle di Abbas, a Ramallah, ieri sera, che hanno confermato che la formazione di un governo tecnico, per un periodo limitato, è "la scelta più facile per i palestinesi", indicando alla stampa che "il governo di Ismail Haniyah è responsabile della chiusura politica attuale".

 

 

 

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